Hezbollah: appoggiamo l'Iran, modello mondiale di fermezza
di Tamara Gallera

Giovedì, il Segretario Generale di Hezbollah, lo sceicco Naim Qassem, ha elogiato la Repubblica Islamica dell'Iran definendola un modello globale di fermezza e leadership morale, elogiandone il sostegno incrollabile agli oppressi e il ruolo guida nella lotta di liberazione palestinese.

In una dichiarazione pubblica, lo sceicco Qassem ha descritto l'Iran come un "modello umanitario di eccellenza per i popoli liberi del mondo", sottolineando che, sotto la guida del leader iraniano Sayyed Ali Khamenei, il Paese ha a lungo resistito alle ambizioni delle potenze egemoni, guidate dagli Stati Uniti.

"I tiranni e gli imperialisti non potevano accettare la resilienza dell'Iran per 46 anni di fronte al blocco e all'aggressione", ha dichiarato lo sceicco Qassem.

"La tirannica America e il criminale Israele non saranno in grado di soggiogare il popolo iraniano e il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica", ha aggiunto.

Ha sottolineato la capacità della Repubblica islamica di svilupparsi politicamente, economicamente, scientificamente e militarmente attraverso la forza interna e l’unità tra il popolo e la leadership.

Il Segretario Generale di Hezbollah ha respinto le giustificazioni fornite dall'occupazione israeliana per la sua continua aggressione contro l'Iran, in particolare le accuse legate al programma nucleare di Teheran, definendola una deliberata invenzione sostenuta da Washington.

"Una scusa fragile orchestrata dagli Stati Uniti e sostenuta da tiranni globali", ha affermato.

"Il programma pacifico di arricchimento dell'uranio dell'Iran è un diritto protetto dal diritto internazionale e dall'AIEA. Non arreca alcun danno a nessuno. Ciò che gli aggressori temono veramente è il progresso scientifico dell'Iran e la sua capacità di guidare la regione indipendentemente dal dominio straniero", ha sottolineato lo sceicco Naim Qassem.

Ha inoltre condannato le recenti dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, comprese le minacce rivolte a Sayyed Khamenei, avvertendo che tale retorica avrebbe implicazioni globali.

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