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Rischio di false flag Israeliana che spinga Trump a entrare in guerra
di Tamara Gallera
Mentre il capo del Pentagono, Peter Heghseth, ha detto che tutto è pronto per un eventuale intervento statunitense in Iran, Trump ancora non ha dato il via e ha detto che l'Iran ha ancora tempo per un accordo. Inoltre il Congresso è diviso e l'opinione pubblica statunitense in maggioranza contraria.
Questo scenario tiene sule spine Netanyahu e gli esperti ritengono che se la sua campagna contro l'Iran dovesse naufragare, Israele potrebbe mettere in atto uno scenario di "false flag" per costringere gli Stati Uniti a impegnarsi direttamente nella guerra israeliana contro l'Iran.
Gli Stati Uniti stanno già supportando l'occupazione israeliana con rifornimenti e intelligenca, secondo l'ex analista del Pentagono e tenente colonnello dell'Aeronautica Militare in pensione Karen Kwiatkowski.
Parlando a Sputnik, Kwiatkowski ha avvertito che se Trump si opponesse al coinvolgimento diretto nella guerra di Israele contro l'Iran, "potrebbe essere necessaria una false flag" per forzargli la mano.
Kwiatkowski ha delineato diversi possibili scenari che Israele potrebbe utilizzare per inventare una giustificazione per l'intervento statunitense:
▪️ Un attacco alle risorse statunitensi nella regione mediorientale attribuito all'Iran o ai suoi alleati, come le Forze Armate yemenite (YAF);
▪️ Un attacco terroristico o un assassinio interno attribuito all'Iran;
▪️ Un attacco aereo iraniano che colpisca "accidentalmente" un aereo di linea civile con a bordo cittadini statunitensi;
▪️ L'uso di una bomba sporca o di una contaminazione radioattiva inscenata per incriminare l'Iran;
▪️ Un ricatto nucleare, con la minaccia di colpire l'Iran con armi nucleari se gli Stati Uniti si rifiutassero di unirsi al combattimento.
Sebbene Kwiatkowski ritenga che Israele abbia probabilmente "abbastanza potere di ricatto" su Trump e il Congresso da rendere inutili tali provocazioni, ha avvertito che non si può escludere un incidente simile a quello della USS Liberty, che potrebbe colpire la vecchia USS Nimitz al suo ritorno in Medio Oriente.
L'analista geopolitico di Beirut Yeghia Tashjian condivide preoccupazioni simili, osservando che Israele ha "capacità limitate" quando si tratta di colpire efficacemente l'infrastruttura nucleare iraniana, in particolare le sue strutture sotterranee pesantemente fortificate, che sono l'obiettivo principale dell'Operazione Rising Lion.
Tashjian sottolinea inoltre che Israele non ha la capacità di schierare forze terrestri all'interno dell'Iran, rendendo la prospettiva di una "vittoria schiacciante" praticamente impossibile, anche in condizioni favorevoli.
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