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19 giugno 2025
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Nucleare iraniano: sordi per scelta
di Elisa Fontana

E così l’AIEA, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, ha sentito l’esigenza di scendere in campo per delle doverose precisazioni, vista la massa di informazioni propagandistiche propalate da Netanyahu e Trump sulla presunta bomba atomica iraniana.

L’ha fatto con una intervista del suo direttore generale Rafael Grossi alla CNN in cui ha dichiarato che l’AIEA non ha mai raccolto evidenze sulla volontà dell’Iran di sviluppare un’arma nucleare. L’Iran sta arricchendo l’uranio al 60%, per cui possono esserci “elementi di preoccupazione”, “ma non abbiamo detto che stanno costruendo e fabbricando un’arma nucleare”. E conclude “ciò che sappiamo e che abbiamo riportato è che non abbiamo alcuna prova di uno sforzo sistematico per la costruzione di un’arma nucleare”.

Che è la stessa conclusione a cui era giunta la comunità dell'Intelligence USA, la cui direttrice, Tulsi Gabbard, aveva presentato a Trump un rapporto nel marzo di quest’anno dove si evidenziava che l’Iran non stava attivamente perseguendo la costruzione di armi nucleari. Commento di Trump? “Non mi interessa cosa ha detto (la Gabbard), quello che penso io è che gli iraniani fossero molto vicini all’atomica”. Così parlò il nuovo marchese del Grillo.

Ma perché la CIA presenta a marzo un rapporto a Trump? Perché veniamo a sapere adesso che già a febbraio Netanyahu era andato a Washington a perorare la necessità di un intervento armato contro l’Iran e la sua fantomatica bomba atomica. E sono tutti perfettamente accodati a questa narrazione, basta leggere lo striminzito comunicato finale del G7 in Canada, le dichiarazioni di Meloni e Tajani (per quel che possano valere in ambito internazionale), di Macron, di Merz, di Von der Leyen, di Kallas e qui mi fermo.

Ora, se consideriamo che gli israeliani hanno cominciato a sventolare la bomba atomica iraniana nel 1992, quando Shimon Peres dichiarò che l’Iran avrebbe avuto la sua atomica entro il 1999, sarebbe dovuto apparire legittimo il dubbio che parlarne ancora nel 2025 assomigliasse di più ad una bufala che ad un reale pericolo. Eppure si sono tutti immediatamente allineati e coperti alla narrazione israeliana. Tutti.

A coronamento della bufala, ben prima del rapporto della Cia, basterà ricordare il National Intelligence Estimate, un’agenzia federale statunitense che prepara informazioni di intelligence per i decisori politici, che nel 2007 aveva concluso che il programma militare atomico iraniano era stato interrotto nel 2003 e persino il Mossad che nel 2012 contraddiceva pubblicamente quanto sostenuto da Netanyahu all’ONU con il famoso disegno della bomba.

Ora, escludendo che Netanyahu e Trump siano due persone con un quoziente intellettivo più che mediocre, appare chiarissima la strategia israeliana di sviare l’attenzione da Gaza, per avere mano libera nel genocidio, e indicare un altro bersaglio inesistente.

La domanda che si pone è: tutti con un infimo quoziente intellettivo? Tutti creduloni e onestamente convinti delle ragioni addotte dal tragico duo? No, sono tutti complici di questa tragica escalation, sono complici dei razzi sui civili in Iran, complici del genocidio a Gaza, complici attivi nella non volontà di risolvere la guerra in Ucraina. Perché? Molto probabilmente per un motivo terra terra che ha il potere, però, di smuovere montagne di denaro: il riarmo di un intero continente, l’Europa.

Se facciamo mente locale è dall’invasione dell’Ucraina che l’unico argomento di politica portato avanti dalla UE è stato il riarmo, con toni che ricordano molto la bomba atomica iraniana, con Putin pronto ad invadere l’Europa fino a Lisbona. Vista la mancanza di sacro furore registrata soprattutto nelle popolazioni, dare una mano alla strategia di Netanyahu in Medio Oriente può avere ricadute favorevoli anche da noi in Europa.

Complottista? Me ne guardo bene, ma osservo in quanti remano compatti in una direzione, costi quel che costi.

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