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Washington Post: Israele potrebbe non resistere ancora a lungo
di Tamara Gallera
Una lunga guerra di logoramento tra Israele e Iran potrebbe non essere sostenibile per Tel Aviv, secondo un nuovo rapporto del Washington Post, che evidenzia i costi crescenti e la diminuzione delle forniture di intercettori come vulnerabilità critiche nella rete di difesa aerea di Israele.
Il rapporto, pubblicato lunedì, cita valutazioni di funzionari dell'intelligence statunitense e israeliana che indicano che, senza rifornimenti urgenti o un intervento militare diretto degli Stati Uniti, Israele potrebbe essere in grado di mantenere il suo attuale livello di difesa missilistica solo per altri 10-12 giorni.
"Dovranno scegliere cosa intercettare", ha affermato una fonte informata sulla questione. "Il sistema è già sovraccarico".
L'analisi del Post è in linea con i recenti avvertimenti dell'account di intelligence open source (OSINT) @METT_Project, incentrato sull'ambito militare, che prevedeva che le salve di missili balistici sostenute dall'Iran avrebbero potuto iniziare a violare pesantemente lo scudo missilistico multistrato di Israele intorno al 18° giorno di guerra. Tale proiezione, basata sui tassi di utilizzo degli intercettori e sugli inventari noti, suggeriva che le penetrazioni missilistiche giornaliere sarebbero aumentate in modo significativo man mano che la rete israeliana avrebbe iniziato a razionare le munizioni e a dare priorità alle zone critiche.
Anche la difficoltà economica di difendersi dai pesanti bombardamenti missilistici iraniani sta diventando insostenibile. Secondo The Marker, un'agenzia di stampa finanziaria israeliana, il costo di gestione dei sistemi di difesa missilistica è salito a circa un miliardo di shekel, ovvero circa 285 milioni di dollari, a notte. La dipendenza di "Israele" da sistemi di fascia alta come Arrow-2 e Arrow-3, i cui intercettori costano circa 3 milioni di dollari ciascuno, ha sollevato allarmi sulla sostenibilità dell'attuale escalation.
Perché l'Iron Dome non riesce a difendersi dai missili iraniani?
Il sistema di difesa aerea a strati israeliano è composto da diversi missili ad alte prestazioni, come la linea di intercettori Arrow e i missili David's Sling, oltre ai più economici missili Iron Dome/Tamir, ottimizzati per neutralizzare l'artiglieria missilistica.
Un segnale di tensione sulle capacità di difesa aerea è emerso martedì mattina, con il fallimento di un tentativo di sventare un attacco iraniano contro un sito appartenente alla Direzione dell'Intelligence Militare israeliana (Aman). In questo scambio, gli intercettori Tamir furono lanciati contro i missili in arrivo come ultimo disperato tentativo di impedire un colpo diretto alle risorse di Aman.
"È come sparare con una pistola calibro 9 contro un treno merci", ha affermato l'analista strategico israeliano Efraim Inbar, descrivendo la discrepanza tra gli intercettori Iron Dome, più economici e ampiamente utilizzati, e i missili balistici supersonici utilizzati dall'Iran. Sebbene Iron Dome sia ottimizzato per le minacce missilistiche a corto raggio, come quelle provenienti da Gaza, è praticamente inefficace contro i missili iraniani a lungo raggio che attraversano l'alta atmosfera.
Il rapporto del Washington Post aggiunge che i funzionari statunitensi stanno monitorando attentamente il ritmo degli attacchi iraniani e la pressione esercitata sui sistemi israeliani. Con il protrarsi delle salve iraniane, i comandanti israeliani sono sempre più costretti a prendere decisioni difficili su quali obiettivi proteggere, uno scenario che potrebbe presto esporre infrastrutture strategiche e centri abitati a colpi riusciti.
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