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Palestina: sanità al tracollo, appello dei medici
di Alessandro Ferretti
Come largamente prevedibile, Israele approfitta dell’attenzione mediatica rivolta al suo attacco all’Iran per un’ulteriore escalation di ferocia in Palestina. Nelle sole ultime 24 ore l’esercito occupante ha ammazzato oltre 140 persone e ne ha ferite 560, molte dei quali negli ormai consueti e normalizzati massacri a colpi di mitragliatrice e cannonate sulle folle affamate davanti ai punti di distribuzione degli aiuti.
Il sistema sanitario è praticamente oltre il collasso. Negli ultimi giorni Israele ha addirittura emanato un ordine di evacuazione per tutta la zona intorno all’unico ospedale realmente funzionante nella Striscia, il Nasser Hospital a Khan Younis, il che significa che nessuno può entrare o uscire dall’ospedale senza diventare un bersaglio dell’esercito. Medici e infermieri si sono rifiutati di evacuare abbandonando i loro pazienti alla morte, ma la chiusura dell’ospedale è solo rimandata.
Il dottor Mads Gilbert, che ha lavorato al Nasser Hospital, ha infatti rilanciato un appello drammatico del dottor Yousef Abu Al-Rish che dipinge una situazione terrificante:
➤ Non ci sono forniture. Niente materiale di consumo. Mancano tutti gli elementi necessari per la fornitura di cure mediche di emergenza.
➤ L'ospedale è ancora sovraffollato a causa del massiccio afflusso di feriti negli ultimi giorni. La capacità della terapia intensiva è stata aumentata da 12 a 52 posti letto, la capienza dei reparti a 600, ma ora non c'è più spazio.
➤ Le donazioni di sangue sono state interrotte a causa della diffusa anemia nutrizionale. I pazienti muoiono per emorragia.
➤ Le équipes mediche internazionali eseguivano oltre 45 interventi chirurgici al giorno dopo ogni grave attacco. Questo non è più possibile.
➤ Il personale lavora senza cibo né combustibile per cucinarlo. "Praticamente niente cibo disponibile". Stanno raccogliendo legna da ardere solo per sfamare personale e pazienti. "Come posso chiedere loro di continuare a lavorare a stomaco vuoto?", ha chiesto il dottor Rish?.
➤ L’attacco avviene su tre piani, fame, collasso sanitario e attacchi diretti alle linee di distribuzione aiuti.
➤ Il dottor Gilbert ha avvertito: "Il tempo è fondamentale. Stiamo parlando di ore". I letti di terapia intensiva sono pieni. Lo spazio disponibile è esaurito. Le attrezzature chirurgiche sono esaurite. La banca del sangue è in condizioni critiche.
A questo si aggiunge l’appello urgente di oggi del dottor Ahmad Al-Farra - direttore del reparto di pediatria e maternità sempre presso l’ospedale Nasser - secondo cui “entro 48 ore potremmo iniziare a perdere la vita di neonati, in particolare di nati prematuri, a causa dell'esaurimento delle essenziali provviste di latte artificiale”.
Questo scenario atroce è confermato nientemeno che dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ieri ha rilasciato un comunicato in cui si descrive una situazione apocalittica.
Solo 17 dei 36 ospedali sono ancora parzialmente funzionanti, le scorte mediche sono quasi esaurite ovunque e nessun carburante è entrato da oltre 100+ giorni.
Nuove stragi hanno colpito i civili in cerca di cibo: oltre 200 pazienti (tra cui 28 morti) sono arrivati all’ospedale da campo della Croce Rossa di Al Mawasi lunedì, mentre martedì altre centinaia di vittime sono andate all'ospedale Nasser. Secondo l’OMS, l’assistenza medica è ormai praticamente impossibile anche perché l'80% del territorio di Gaza è sotto ordine di sfollamento e gli spazi umanitari si restringono ogni giorno. Israele blocca 33 camion OMS con farmaci in Egitto e altri 15 in Cisgiordania.
L’OMS chiede la riapertura immediata di tutti i valichi per gli aiuti e l’altrettanto immediata fine del modello attuale di distribuzione degli aiuti, che trasforma la ricerca di cibo in stragi “con massiccio numero di vittime".
Al G7, con la partecipazione dell’Italia, di tutto questo non si fa la minima menzione: è come se la Palestina fosse stata inghiottita da un buco nero, e i giornali non fanno la minima menzione di questo tracollo spaventoso e deliberato che rimarrà per sempre nella storia delle grandi infamie perpetrate dall’uomo sull’uomo.
Diffondiamo queste notizie, affinché le coscienze dei distratti si sveglino e le colpe di chi deliberatamente ignora tutto questo, politici, intellettuali e giornalisti, rimangano per sempre scolpite nella pietra della vergogna.
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