Intelligence USA: Iran non sta costruendo l'atomica
di Leandro Leggeri

Mentre Tel Aviv prosegue una campagna militare distruttiva contro l’Iran, giustificandola come azione preventiva contro un imminente pericolo nucleare, un rapporto dell’intelligence statunitense, citato dalla CNN, smentisce radicalmente questa narrativa.

Secondo quattro fonti a conoscenza della valutazione americana, Teheran non sta attivamente perseguendo la costruzione di un’arma nucleare. Anzi, l’Iran sarebbe ancora distante almeno tre anni dalla capacità di produrre e impiegare un’arma atomica, anche nel caso in cui decidesse improvvisamente di avviare una "corsa" verso l’armamento.

La discrepanza tra la posizione israeliana e quella dell’intelligence USA è significativa. La direttrice della National Intelligence, Tulsi Gabbard, ha ribadito a marzo che non risultano prove che la Guida Suprema iraniana, Ali Khamenei, abbia autorizzato la ripresa del programma nucleare militare, sospeso nel 2003.

Eppure, Israele ha lanciato attacchi contro installazioni scientifiche, militari e residenziali in Iran, causando vittime civili e distruzione, colpendo anche il sito di Natanz ma senza riuscire a intaccare il cuore più protetto del programma nucleare: l’impianto di Fordow.

Le dichiarazioni dell’intelligence statunitense mettono ora in discussione la legittimità e la narrativa preventiva di Israele, sollevando forti dubbi sulla reale motivazione dell’offensiva. L’attacco potrebbe finire per provocare l’effetto contrario: spingere Teheran verso una militarizzazione nucleare che finora non aveva intrapreso.

Alla luce di questi fatti, la domanda che si impone è: chi minaccia davvero la stabilità della regione?

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