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Gaza: tiro al piccione e ipocrisia dell'Occidente
di Elisa Fontana
Come ti organizzo un bel tiro al piccione in un placido sabato estivo.
Visto che il conflitto israelo-iraniano sta occupando tutto lo spazio mediatico a disposizione, gli israeliani a Gaza si stanno un po’ annoiando e sabato scorso hanno organizzato un bel tiro al piccione: massimo divertimento con il minimo sforzo.
La Gaza Humanitarian Foundation, che per capire quanta umanitaria sia basta sapere che è gestita paritariamente dall’esercito israeliano e da mercenari USA, ha comunicato ai palestinesi sulla propria pagina facebook che sabato scorso i centri di distribuzione del cibo sarebbero rimasti chiusi e di rimanere sintonizzati per sapere se domenica avrebbero riaperto.
Ma, ops, vedi alle volte la distrazione, avevano dimenticato che le celle di trasmissione di Gaza erano state sabotate, che internet era fuori uso e che nessuno avrebbe potuto leggere quell’avviso. Senza contare le migliaia di disperati che erano già in fila da ore, perché quando distribuiscono cibo ad un popolo ridotto alla fame non ti presenti ai cancelli 5 minuti prima, ma sai che devi lottare per avere speranza di raccattare qualcosa. E così, oltre alle migliaia di persone già in fila, si sono aggiunte altre migliaia di disperati, tutti ignari che quel giorno non avrebbero distribuito un bel nulla.
All’improvviso c’è stato l’attacco, l’esercito israeliano ha colpito da terra, dal cielo, con i droni, senza pietà, causando morti e feriti sul numero dei quali non si hanno notizie certe, visto il buio totale fisico e mediatico in cui è immersa Gaza.
Ma non meraviglia questa ennesima strage, proprio perché ennesima, non è la prima con queste modalità e non sarà l’ultima, dentro un piano scientifico di annientamento di un popolo. Popolo che, nel frattempo, viene costretto ad andare verso ovest, verso una “zona sicura”, sicura per poter continuare il tiro al piccione, ovviamente.
Mi fermo qui in questa breve cronaca dell’orrore e dell’aberrazione umana, consapevole come sono che al momento l’attacco indiscriminato all’Iran è servito anche a far scendere una cappa di invisibilità su Gaza e permettere agli israeliani di portare avanti e concludere il genocidio. Dico anche, perché non solo questo è l’obiettivo del nazista Netanyahu e dei suoi complici, anche se è il principale.
Distogliere l’attenzione da Gaza serve anche a nascondere il totale fallimento di quel che era stato propagandato come l’obiettivo principale dell’operazione: liberare gli ostaggi e annientare Hamas. Gli ostaggi sono ancora prigionieri, Hamas è al suo posto e la disfatta è servita. Dunque occorreva l’arma di distrazione di massa e l’attacco all’Iran era perfetto per lo scopo.
Nel frattempo molti si sono persino dimenticati dell’esistenza di Gaza, ma a Gaza si continua a morire in una spietata caccia all’uomo, nulla è cambiato, anzi è solo peggiorato. Ma l’Occidente che non vede più Gaza vede però il diritto di Israele di difendersi e di negare arbitrariamente il diritto all’Iran di avere quella stessa bomba atomica che Israele ha, anche se si rifiuta di dichiararlo, così evitiamo le ispezioni di quei ficcanaso dell’AIEA.
L’ipocrisia dell’Occidente non ha limiti, esattamente come la sua complicità con il genocidio palestinese e la complicità dei media nell’aver dimenticato Gaza nel giro di 24 ore. Ma fino a quando potrà durare, mentre Gaza muore?
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