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Investimenti di guerra
di David Cappellini
Non sono né felice, né tranquillo, quando vedo le immagini di Tel Aviv sotto i missili iraniani. Non lo sono come non lo ero per le terribili immagini dei missili su Gaza o per quelle più recenti di una Teheran incendiata dai bombardamenti aerei.
E non lo sono esclusivamente perché sotto quei fuochi d'artificio dall'indubbio e terribile fascino, muoiono le persone. Siano essi aggressori ebrei, iraniani islamici o palestinesi senza una patria, li considero tutti quanti vittime della follia che ogni tanto si impossessa della mente umana.
Gli antichi celti immaginavano la furia della battaglia ispirata dalle divinità ululanti che ottenebravano la mente dei combattenti, chiamate Morrigan. Ci deve essere qualcosa di vero, perché né un cuore né una mente umana sani possono concepire di eliminare altre vite umane premendo un semplice pulsante.
E non può essere questa la conseguenza delle controversie non risolte per un territorio, per una religione e per una fonte economica.
E mentre sotto quei fuochi muoiono migliaia di persone nella semi-indifferenza altrui, qualcun altro addirittura ci fa i soldi.
Già, lo sterco del demonio, nessuna definizione può essere più azzeccata per il dio denaro, soprattutto quando scopri che Israele nel 2023 e 2024 ha emesso 20 miliardi di dollari di "war bond" dal rendimento altissimo, acquistati dalle più grandi istituzioni finanziarie e bancarie d'Occidente.
Poi vedi ricchi israeliani fischiati all'aeroporto di Parigi, che hanno i mezzi economici per andarsene da quell'inferno, sventolare orgogliosamente la loro bandiera (mentre difficilmente poveri iraniani e palestinesi potranno essere fischiati in qualche aeroporto) e capisci che le Morrigan scorrazzano libere e trionfanti anche fuori dai campi di battaglia.
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