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La provetta
di David Cappellini
Circola - a ragione - la foto di Colin Powell, generale capo di stato maggiore Usa durante Desert Storm 1 e poi Segretario di Stato durante la presidenza di Bush Junior, che sventola nel febbraio del 2003, all'assemblea dell' ONU la famosa provetta contenente antrace iracheno, è il simbolo dei nostri tempi.
Infatti il mese successivo l'Iraq fu nuovamente invaso da una coalizione militare occidentale guidata dagli Stati Uniti in un'operazione Desert Storm 2, che provocò un milione di morti, quasi tutti tra la popolazione civile.
Saddam fu deposto, impiccato e l'Iraq consegnato al caos e all'anarchia più completi, al punto che, sicuramente per pudicizia, in occidente non se ne parla nemmeno più.
Lo stesso Powell, prima di morire dichiarò solennemente che le armi di distruzione di massa irachene non esistevano e che si era inventato tutto. Ma ormai il dado era tratto, dell'Iraq non esisteva più niente e la fotografia in cui mostra la prova inoppugnabile della pericolosità del regime iracheno, rimane un'icona della politica estera degli Stati Uniti e dell'Occidente al seguito.
Oggi si sentono esplodere le bombe per un'altra prova inoppugnabile fornita da un'agenzia internazionale, l'Aiea, che dichiara la possibilità che l'Iran - che la riconosce e ha firmato il protocollo di non proliferazione nucleare - possa arricchire l'uranio per fabbricare testate atomiche.
Non si sa come, né quando, ma la "provetta di Powell" basta e avanza per scatenare la reazione militare di Israele, che dal canto suo, non riconosce Aiea né ha firmato il protocollo di non proliferazione.
Il termine "provetta" non può essere più azzeccato, perché oltre al contenitore di sostanze chimiche, può indicare il diminutivo, in tono spregiativo, del termine "prova". Nessuna "provetta" invece, per le 200 testate atomiche che Israele detiene illegalmente dal 1988, su cui l'Occidente fa orecchi ed occhi da mercante.
Ma la "morale" dell' Occidente, quando deve esportare valori e difendere diritti, è basata sulle "provette" da quasi mezzo secolo, anche se verrebbe da dire, da sempre. Dall'indio senza anima da convertire, all'arabo avvelenatore e radioattivo, non è cambiato niente: vanno "emancipati".
Il mezzo si trova sempre, anche ricorrendo ai semi-reietti di cui i principi cattolici polacchi nel 1400 si servivano per riscuotere le tasse, salvo poi addossare a loro tutta la responsabilità.
È un insieme di corsi e di ricorsi storici in cui l'ipocrisia occidentale la fa da padrone su tutto e tutti. Oggi lo stato di Israele è l'esattore consapevole dei principi occidentali, tutto in grande armonia, basta sventolare qualche "provetta".
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