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Ebrei in Iran meglio che in Israele
di Antonio Matteini
Se sei ebreo e sei furbo, scappi da Israele e ti trasferisci in Iran.
Una provocazione? No, la realtà: a oggi un ebreo ha molte più probabilità di finire male vivendo nello Stato Ebraico che nella Repubblica Islamica dei "feroci Ayatollah".
In Iran vivono 25.000 ebrei, non si registrano aggressione nei loro confronti da trent'anni. Il loro numero è in declino, ma non si è mai verificato un fuggi fuggi dal "feroce regime di Teheran", anzi sono stati pochissimi quelli che hanno optato per "scappare" verso Israele o altri paesi occidentali.
Dunque non solo - a parti invertite - un ebreo vive evidentemente meglio in Iran di quanto non faccia un arabo in Israele, ma addirittura un ebreo avrebbe da temere per la propria incolumità più stando in Israele che non stando a Teheran.
Sono anzi tutelati come minoranza religiosa (al pari di Cristiani di vario tipo, zoroastriani e altri).
Hanno per legge un proprio rappresentante nel parlamento iraniano e servono nelle forze militari iraniane come ogni altro cittadino.
L'esistenza di Israele - gli ebrei - li mette in pericolo, anziché tutelarli. Prova ne è il fatto che se uno di quei 25.000 ebrei iraniani si ritrova la casa distrutta o perde la vita è infinitamente più probabile che sia stata un'azione militare israeliana più che del governo o del Popolo dell'Iran.
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