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Trump: ho sempre saputo data dell'attacco
di Leandro Leggeri
“HO SEMPRE SAPUTO LA DATA”: LA CONFESSIONE DI TRUMP DOPO L’ATTACCO AEREO ALL’IRAN
Il 13 giugno 2025, l’Iran è stato colpito da una massiccia operazione militare israeliana. Raid mirati hanno distrutto installazioni strategiche, incluso il complesso nucleare di Natanz. Mentre i cieli di Teheran erano ancora pieni di fumo, a Washington, Donald Trump rivendicava di sapere tutto da settimane.
“Ho sempre saputo la data”, ha dichiarato l’ex presidente al New York Post, rivelando di aver dato a Teheran un ultimatum segreto di 60 giorni per accettare un nuovo accordo sul nucleare. “Oggi è il giorno 61”, ha aggiunto con tono soddisfatto. Il bombardamento, quindi, non sarebbe stata una risposta improvvisa, ma una tappa pianificata in un percorso di pressione crescente.
La dichiarazione di Trump non è solo inquietante, è una ammissione di complicità in un’azione militare unilaterale condotta da Israele contro uno Stato sovrano. Il premier Benjamin Netanyahu ha confermato che gli Stati Uniti erano stati informati dell’attacco in anticipo. E Trump, ben lontano dal tentare una mediazione o lanciare un allarme internazionale, ha atteso in silenzio. E poi, ha applaudito.
Nel frattempo, l’Iran — già stremato da anni di sanzioni, isolamento economico e pressioni diplomatiche — si è ritrovato nuovamente sotto assedio, mentre le dichiarazioni americane parlano ipocritamente di “seconda possibilità” e appelli al ritorno al tavolo dei negoziati.
La leadership iraniana, con l’Ayatollah Ali Khamenei in prima linea, ha respinto l’ultimatum come una forma di colonialismo mascherato: “Chi siete voi per dirci se possiamo avere un programma nucleare o no?” Una domanda legittima, se si considera che Israele — dotato di testate atomiche non dichiarate — non è mai stato sottoposto alle stesse ispezioni o sanzioni dell’Iran.
E mentre Washington si schiera ancora una volta senza riserve con Tel Aviv, ignorando tanto il diritto internazionale quanto le conseguenze umanitarie, il popolo iraniano si trova al centro di un gioco geopolitico cinico e brutale. Trump si è presentato per anni come “Presidente della pace”, ma i fatti raccontano una realtà opposta: non ha prevenuto un conflitto, ne ha scandito il conto alla rovescia.
“Ho sempre saputo la data” non è solo una frase. È la firma morale e politica di chi ha preferito assistere all’inizio di una guerra, piuttosto che evitarla.
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