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Iran: narrazione occidentale funzionale all'odio
di Aranka Korosi
L'Iran è una realtà molto più complessa di come ce la raccontano.
Ultimamente ho visto alcuni video girati per le strade di Teheran e altre città iraniane: Giovani che passeggiano, ragazze, chi con un velo leggero, chi con i capelli sciolti, abiti moderni, locali pieni, risate. Una scena che potrebbe appartenere a qualunque città europea.
E allora mi chiedo: perché ci raccontano solo un lato dell’Iran?
Certo, in Iran esiste un regime teocratico oppressivo, che impone leggi assurde come l’obbligo del velo, la censura e la repressione del dissenso. Ma esiste anche un popolo vivo, colto, coraggioso, che ogni giorno sfida quelle stesse leggi. Soprattutto le donne, che con un gesto semplice ma potentissimo – camminare a testa alta, con i capelli scoperti – sfidano un sistema ingiusto.
Troppo spesso ci facciamo un’opinione basata solo sul sentito dire, su ciò che ci viene mostrato da media che seguono una narrazione comoda. Ma la realtà è fatta di sfumature. Bisogna informarsi, approfondire, documentarsi. Solo così possiamo davvero capire e giudicare.
La propaganda contro il mondo musulmano è fin troppo marcata. No, non sto difendendo nessun regime. Ma difendo il diritto delle persone a essere viste nella loro umanità, non ridotte a stereotipi.
Rispetto ogni scelta, ogni cultura, ogni religione – finché non impone odio o violenza agli altri. Il rispetto è alla base della convivenza e dell’intelligenza.
Dietro ogni velo c’è una storia. E dietro ogni donna che decide di toglierlo, c’è un intero popolo che non si arrende.
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