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15 giugno 2025
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Non c'è pace senza giustizia
di Rossella Ahmad

In verità in verità vi dico che alle prime bombe serie che cadranno su Israele, rinnegherete la Palestina sette volte sette.

Non lo dico adesso. L'ho sempre pensato. Le prime avvisaglie le avemmo il sette di ottobre. Io personalmente raccolsi tantp di quel fango lanciato contro i palestinesi in quei giorni che ne percepisco ancora il tanfo, e lo raccolsi da gente che formalmente appoggiava la causa palestinese.

La appoggiava come si appoggiano le cause alla Bono Vox e fintantoché i palestinesi fossero restati zitti e buoni nello zoo in cui erano reclusi. Fintantoché accettassero di sparire nell'oblio, occultati da un muro di cemento armato dinanzi al quale allegre comitive provenienti dall'America profonda scattavano selfie, come dinanzi alla gabbia dei panda.

Alla prima fiammata di orgoglio tutti a prendere le distanze. Tutti loro, voglio dire. I moderati, quelli che amavano i palestinesi chiusi nelle riserve indiane.

Quelli che della causa palestinese non avevano capito nulla e che nulla sapevano dello smisurato orgoglio di questo popolo che sbatteva in faccia al mondo la sua richiesta irrinunciabile di un Altissimo Vivere.

La Palestina non ha bisogno del vostro pietismo d'accatto, dissi loro. La solidarietà pelosa che gli concedevate purché morisse in silenzio, riservatela agli animali in via d'estinzione. E continuo ad essere dolorosamente certa che diventeremo sempre meno ad ogni ulteriore ed eventuale, nonché auspicata, fiammata di orgoglio, palestinese, arabo, islamico e globale.

Sì è come interiorizzato il concetto che le bombe agli occidentali facciano più male. Che siano più insopportabili. Che, in qualche modo, ci si debba dissociare da esse anche quando rappresentino la sacrosanta risposta a decenni di angherie, provocazioni, bullizzazioni sempre più spinte, sempre più impunite.

Anch'io sono una persona empatica. Anche a me piacerebbe il peace&love che tanto si ama sbandierare. Ma c'è una cosa che mi piace molto di più, ed è un concetto che ho interiorizzato nei primissimi anni della mia vita e che ne rappresenta la costante, il faro che mi guida: non può esserci pace senza giustizia e chiunque abbia fatto del male nella vita, o appoggi il male, o se ne nutra, non può aspettarsi né amore né pace e neanche sicurezza.

Chi evochi sicurezza per i "civili" israeliani non sa di cosa parla.

È una legge della vita: non puoi avere occupazione e sicurezza. Se scegli l'una - e la scegli ancor più se sei un "civile" - devi mettere in conto di dover rinunciare all'altra.

E se il tuo è uno stato criminale, uso a rompere l'anima a chiunque sia sotto il sole ed a farlo impunemente perché appoggiato e vezzeggiato come un odiosissimo figlio di papà, anche in quel caso dovrai subirne le conseguenze.

Senza frignare, che del fotti e chiagni ne abbiamo piene le tasche.

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