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La fine di Trump
di Vincenzo Costa *
Una delle poche cose certe è che Trump è durato lo stesso tempo di un cane in autostrada.
Non si può dire se i suoi voltafaccia siano intrinseci alla sua persona o se non sia oramai ostaggio.
Può essere che abbia mentito e ingannato gli iraniani e forse anche i russi. Ma può essere anche che si sia accollato la responsabilità dei fatti per non ammettere che i servizi di intelligence e parti del suo stesso staff agiscono a sua insaputa.
Non sappiamo se sia ancora lui il presidente degli usa o se sia sotto tutela.
Come che sia una cosa è certa: non ha più alcuna credibilità internazionale. Quello che promette non ha valore.
Non è più qualcuno con cui si può negoziare.
Questo è chiaro all'Iran come è chiaro alla Russia e alla Cina.
Negozieranno con lui, ma da ora in poi sarà pura finzione. Non so se ci saranno accordi, ma se ci saranno sarà chiaro a tutti che non valgono niente, che non si può progettare a partire da essi.
Significa che il diritto e la diplomazia non esistono più: un clima di diffidenza dominerà le relazioni internazionali.
Per tutti è chiaro oramai che conta solo la violenza.
Il popolo eletto ha ovviamente dato il suo immancabile contributo, dato che come è noto il diritto e la giustizia lo guidano.
* Docente ordinario di Fenomenologia e Fenomenologia dell’esperienza presso la Facoltà di Filosofia
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