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Israele attacca l'Iran: alcune considerazioni
di Francesco Dall'Aglio
Che un attacco all'Iran da parte di Israele (diciamo di Israele) fosse imminente era ormai sicuro; la data che circolava era il 15, quindi era ovvio che sarebbe stata o prima o dopo e Israele (diciamo Israele) ha scelto prima.
La conta dei danni e dei morti č ancora parziale non ha senso occuparsene ora, e lo stesso vale per la risposta iraniana che inevitabilmente arriverā.
Come da manuale gli USA, tramite il Segretario di Stato Rubio, si sono affrettati a dichiarare che l'attacco č una decisione unilaterale di Israele (giustificata, per caritā: Israele, a differenza di altri, ha tutto il diritto di lanciare attacchi preventivi se si sente minacciato), che loro non c'entrano niente e che l'Iran non deve colpire "interessi o personale" statunitense.
Sempre come da manuale Israele ci mette la faccia e i morti, quando verranno (e verranno), gli USA si limitano a fornire soldi, armi, munizioni, intelligence e pressione diplomatica, poi passeranno all'incasso.
Due considerazioni veloci.
La prima: se qualcuno si chiedeva come mai gli USA volessero sganciarsi dall'Ucraina (appaltando la guerra a noi, mica facendola finire, siamo matti) penso abbia ottenuto risposta.
La seconda: se fossi nei panni della leadership cinese sbarcherei a Taiwan entro stasera.
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