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Amministrative cambiano il quadro nazionale
di Elisa Fontana *
Nella foga del commento ai risultati del referendum, si è attivato un meccanismo spazio temporale che ci ha fatto dimenticare che domenica si votava anche per i ballottaggi per l’elezione del sindaco in molte città. E, dunque, spendiamo due righe per ricapitolare velocemente com’è andata.
Nei comuni con più di 15 mila abitanti cominciamo da Matera dove è stato eletto sindaco il candidato di centro destra che però può gioire ben poco, visto che la maggioranza del consiglio comunale va al centro sinistra, il che lo trasforma in un’anatra zoppa e rende plausibile il ritorno alle urne a breve.
A Taranto e Nuoro ha vinto il candidato di centro sinistra. E, dunque, nei comuni con più di 15 mila abitanti il centro sinistra ha vinto a Genova, Ravenna e Nuoro al primo turno e Taranto al ballottaggio, mentre il centro destra ha vinto a Matera, ma con l’effetto “anatra zoppa”, cioè l’impossibilità di governare. Facendo la somma dei comuni con oltre 15 mila abitanti il centro sinistra è passato da 13 a 14.
Le coalizioni di centro destra governavano 6 comuni e dopo i ballottaggi ne governano 8. Ma il dato interessante è la popolazione coinvolta. Prima delle elezioni il centro sinistra amministrava circa 800 mila persone, adesso è balzata a 1,3 milioni e il centro destra è sceso dall’amministrare 700 mila persone prima delle elezioni a meno di 300mila dopo i ballottaggi. Perché, ovviamente perdere Genova non equivale a conquistare Massafra, con tutto il rispetto per quest’ultima.
Quale può essere la lettura finale di questi risultati? Che la nostra ineffabile "presidenterrima" poteva evitarsi quella foto in cui sorride sfrontatamente beffarda della sconfitta del centro sinistra ai referendum, perché di questa sconfitta lei personalmente non ha nessun beneficio se non l’occasione di farsi una foto da dare in pasto al fan club che la segue sui social (fra cui una marea di indiani, cingalesi, extracomunitari di ogni tipo che la dice lunga sulla serietà di certi politici, ma questo è un altro discorso).
E mentre lei ride, sul territorio le hanno certificato, numeri alla mano, il disastro delle sue amministrazioni. Contenta lei, chi siamo noi per criticarla?
Solo un consiglio non richiesto: si occupi meno di stare davanti all’obiettivo del fotografo e di più dei cittadini che deve amministrare, che sono un po’ di più di quelle poche migliaia che governa sui territori. Eh sì, perché aver fatto la nuova riforma dell’Irpef con tre aliquote senza aver calcolato gli effetti dell’inflazione provocherà un maggiore prelievo fiscale già da quest’anno e soprattutto nei confronti dei lavoratori dipendenti.
Non lo dico io che sono una pericolosa comunista rotta a tutti i trucchetti, ma il paludatissimo Ufficio Parlamentare di Bilancio che avverte sulle ricadute di questa “disattenzione” su consumi e domanda interna. Veda un po’ se le riesce di trovare un attimo per occuparsene, fra una seduta fotografica e una intervista con Bruno Vespa.
* Coordinatrice Commissione Politica e Questione morale dell'Osservatorio
 
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