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Milano: flash mob per la Palestina
di Armando Reggio
Ieri sera eravamo 250/300 in piazza a Milano, convocati poche ore prima in rete.
Aria di lotta, di empatia, quella che scalda il cuore: le parole del centro-sinistra, tardive peraltro, sono inconcludenti.
Quell'inconcludenza č subdolamente insidiosa: noi di qua ci risvegliamo da un lungo letargo, con la supponenza di commiserare un popolo, che in veritā resiste non solo dal 7 ottobre.
Quella resistenza, che ignoriamo, č la loro ottantenne vita quotidiana.
Una ragazza stasera ha ben osservato che non č vero che i Palestinesi sopravvivono: no, loro vivono l'imprevedibilitā sin dal primo istante della giornata, che - chissā - potrebbe rivelarsi l'ultima.
Il letto, il tavolo, la colazione, la cena, il fuoco, l'elettricitā, la tenda... roba secondaria.
Č che l'instabilitā del vivere, quella radicale, ci č assolutamente estranea.
E allora, concludeva la compagna, diciamolo: siamo noi a sopravvivere.
C'č chi resiste, dunque, e chi non: in mezzo un muro invisibile.
Va detto e riconosciuto: la polizia, nonostante non fosse stato richiesto - sarebbe dovuto essere solo un flash mob - ci ha fatto marciare rumorosi lungo un breve percorso... alcuni agenti sorridevano, annuivano!
In questo tempo nerissimo, un atto inatteso: non é certo un segnale, ma, proprio per questo, va registrato.
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