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10 giugno 2025
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Spia e lascia spiare
di Elisa Fontana *

Il caso Paragon va avanti da mesi rivelandoci una serie di persone spiate dai nostri governi (Conte, Draghi, Meloni) per non si sa quali gravissimi sospetti sulle loro attività essenzialmente umanitarie, ma almeno sappiamo che c’era un input politico, una autorizzazione giudiziaria, un iter “normale” in un Paese che di normale non ha quasi più nulla.

Perché il fine politico era ed è chiarissimo: dimostrare che queste persone non si limitavano a salvare naufraghi, ma si mettevano d’accordo con i carcerieri per favorire l’immigrazione clandestina.

E dopo 4-5 anni sono ancora lì a sprecare tempo e risorse, spiando anche un sacerdote che dà aiuto spirituale a chi riesce a sopravvivere all’avventura della traversata del Mediterraneo. Un lavoro di spionaggio talmente bieco e sporco da lasciare senza parole.

E in mezzo a questo festival degli spioni rimane impigliato Francesco Cancellato, direttore di Fanpage, giornale che si è distinto per le sue inchieste nel mondo di Fratelli d’Italia, nella sua organizzazione giovanile e in tutto quel sottobosco che gravita intorno. Una inchiesta in cui il partito di maggioranza viene fuori per quel che è: una accolita di nostalgici del fascismo, fra saluti a braccio teso, battute razziste e sessiste, improperi contro gli ebrei e via fascisteggiando.

Bene, Cancellato viene avvertito da Meta che il suo telefono è spiato dallo stesso spyware che spia gli altri protagonisti di questa storiaccia. Ma al contrario degli altri ad oggi non sappiamo chi abbia spiato il giornalista.

Il governo nega recisamente, il Copasir spergiura di non saperne nulla, fino all'altra sera il ministro Piantedosi ha dichiarato pubblicamente che “secondo gli atti ufficiali non è stato intercettato illegalmente”, dichiarazione che ci fa chiedere se, allora, sia stato intercettato legalmente, ma questo è solo un retropensiero maligno.

E ancora, ha praticamente detto che la Società Paragon mente quando dice che ha dato al governo la possibilità di risalire all’identità di chi avesse spiato Cancellato, ma il governo ha rifiutato. Ha rifiutato, rispondono a stretto giro i loquaci servizi segreti, perché si sarebbero messe in atto “pratiche invasive … non conformi alle esigenze di sicurezza nazionale”, che la sicurezza nazionale è come il tubino nero: sta bene su tutto.

Comunque sia la storia, una sola cosa è certa e incontrovertibile: un giornalista scomodo per il governo è stato spiato per mesi e non si riesce a sapere da chi. Siamo arrivati sulla luna da 50 anni, progettiamo di andare su Marte, chiacchieriamo con l’intelligenza artificiale, operiamo pazienti che stanno in altri continenti grazie ai robot e all’AI, ma non riusciamo a sapere chi spia un giornalista. Ma saremo davvero sfortunati?

E i colleghi giornalisti? Oh, certo, fanno i loro resoconti di cronaca a mano a mano che c’è qualche aggiornamento, ma con quello stesso entusiasmo che avevamo noi quando, tornati a scuola, ci veniva assegnato il mitico tema “come hai trascorso le vacanze?”. Decidere di fare una campagna di stampa martellante, giorno per giorno, chiedendo la verità? Intervistare chiunque appartenga al governo e pretendendo risposte? Confezionare speciali sul tema? Lascio a voi le risposte.

Analoga azione martellante dovrebbe partire dalle opposizioni, ovviamente, ma a parte le interrogazioni di rito, l’elettroencefalogramma è piatto. Cancellato può mettersi il cuore in pace, non saprà mai chi lo ha spiato e inaugurerà un nuovo filone: spia chi vuoi, anche i giornalisti, tanto a te non accadrà nulla, loro magari ci penseranno bene prima di fare giornalismo d’inchiesta.

Ci sono tanti bei temi a cui potersi dedicare: i gattini, la liposuzione, i consigli per gli anziani quando fa caldo, la via francigena percorsa d’estate, il festival del cous cous. Un po’ d’inventiva, perbacco!, che bisogno c’è di scomodare i camerati nelle loro sane esuberanze?

* Coordinatrice Commissione Politica e Questione morale dell'Osservatorio


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