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Trump manda a Guantanamo migliaia di migranti, anche italiani
di Soumaila Diawara
Pare che Trump, in una delle sue solite “idee geniali”, abbia deciso di spedire 3.000 migranti direttamente a Guantanamo. Così, tanto per ricordarci che i diritti umani sono una questione opzionale. E tra questi, udite udite, ci sarebbero anche diversi italiani.
Ora, immaginiamo la scena: Giorgia Meloni che si affretta a dire che “l’Italia non c’entra nulla”, mentre Salvini, col suo solito savoir-faire da spiaggia di Milano Marittima, commenta: “Se erano italiani veri, non cercavano fortuna all’estero. Prima gli italiani… ma solo quelli che restano a casa col rosario in mano!”
Naturalmente, la notizia ha mandato in tilt i radar del patriottismo a intermittenza. Gli stessi che si indignano se un migrante attraversa il Mediterraneo su un barcone, ora si grattano la testa davanti a un italiano che finisce a Guantanamo perché cercava una vita migliore. Ma tranquilli: non è colpa loro, è colpa della sinistra. Sempre.
In fondo, Guantanamo è solo un centro accoglienza… versione hard. Si mangia male, si dorme peggio, ma almeno non c’è il bonus cultura. E poi, come dicono certi leader italiani, “chi parte accetta i rischi”. Anche quello di finire in una prigione extraterritoriale senza processo.
Che dire? Forse è ora di smettere di dividere i migranti in “buoni” e “cattivi”, “nostri” e “loro”. Perché quando il vento della disumanità soffia forte, non guarda il passaporto.
Ma intanto, Salvini pubblica una foto del cappuccino e scrive: “Io sto con Trump”. E Meloni rilancia: “Difendiamo i confini. Anche se sono a Cuba”.
 
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