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Video israeliani sul 7 ottobre senza verifiche e senza contesto
di Rossella Ahmad
Magari si tratta di altro, ma anche a me fu proposta la visione di uno di quei fantomatici video del 7 ottobre che i sionisti del web si scambiavano al tempo tra di loro su telegram, come carbonari.
Questo accadeva nonostante avessero a disposizione la quasi totalità dell'apparato giornalistico mondiale, un vero e proprio impero mediatico che sosteneva la loro narrativa senza fare un plissé.
Il video mi fu inviato in privato da un'eccitatissima hasbaranik, persuasa di potermi convincere della giustezza del genocidio in corso con poche, scarne immagini.
Le feci presente due cose: uno, che i video in questione potevano essere stati confezionati davvero da chiunque. Mancava il contesto, mancavano riferimenti chiari, era tutto un susseguirsi di brevi immagini insensate, gente che correva, si affardellava su carretti oppure in stanze al chiuso. A parte una serie di didascalie che avrebbero dovuto esplicitare il contenuto delle immagini, c'era davvero poco altro. Il tutto assolutamente decontestualizzato.
Due, che un canale che possedesse filmati girati da Hamas, quindi un canale di Hamas secondo logica, e che si autodefiniva Hamas-Isis era una cosa piuttosto sospetta e molto israeliana, a naso.
Questo per dire a quali sorgenti si abbeveri l'hasbara sionista. Tra essa ed il giornalismo c'è un abisso. Il giornalismo si serve di fonti certificate e veritiere senza ombra di dubbio, e laddove vi siano perplessità sulla veridicità delle stesse si è obbligati a specificarlo.
Non per i sionisti. Qualunque loro trust me Bro è prova certificata. Qualsiasi notizia costruita ed artefatta, non comprovata dal crisma dell'imparzialità, viene presa per buona e serve all'implementazione dell'agenda propagandistica.
E questo è il materiale che Israele, con vessazioni psicologiche che sono lesive della libertà individuale e della dignità umana, e che possono essere assimilate alla coercizione ed al tentativo di condizionamento ideologico, ha tentato di mostrare agli attivisti della Freedom Flottilla, con metodi da Arancia meccanica.
Roba artificialmente costruita che nessuna stampa indipendente ha potuto mai visionare, e di cui conosciamo l'esistenza come di una sorta di Araba Fenice, che nessuno ha mai visto.
Bravi e coraggiosi gli attivisti che si sono rifiutati di cedere alle intimidazioni e che sono stati dunque prontamente deportati, ciascuno verso la sua destinazione.
Greta Thunberg, una di essi e forse il nome più noto del gruppo di giovani volontari, è stata imbarcata su un aereo della El Al, destinazione Parigi. C'è un video di Eye on Palestine che la mostra mentre è in volo verso l'Europa, pesantemente insultata da un passeggero israeliano non identificato.
Siamo nel reame dell'illegalità, cari amici.
È questo ciò che conta. Il resto è la solita, inconcludente aria fritta.
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