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Esercito israeliano in affanno
di Leandro Leggeri
Dopo quasi venti mesi di guerra brutale contro la popolazione di Gaza, emergono crepe profonde nella macchina militare israeliana.
Secondo quanto riportato dal quotidiano Maariv e confermato da diverse fonti, l’esercito israeliano è alle prese con una grave crisi logistica, accompagnata da carenza di pezzi di ricambio e guasti tecnici ricorrenti a carri armati, veicoli blindati e armi.
La 7ª Brigata Corazzata ha denunciato il progressivo esaurimento delle scorte necessarie alla manutenzione dei mezzi da combattimento. Componenti fondamentali come motori e cingoli sono introvabili, mentre molte armi leggere soffrono di malfunzionamenti continui. “Siamo in stato di guerra da quasi due anni. I veicoli si stanno deteriorando rapidamente, passando da una missione all’altra”, ha affermato un ufficiale.
Ma oltre al deterioramento tecnico, questa situazione espone anche l’usura morale, logistica e politica di un esercito impegnato in una campagna militare continua contro una popolazione assediata. A Gaza, la distruzione è ovunque: migliaia di civili uccisi, infrastrutture sanitarie al collasso, e un’intera popolazione sottoposta a bombardamenti, carestia e isolamento.
Emblematico un episodio recente: un guasto al cannone di un carro armato della Brigata Givati ha provocato la morte di tre soldati israeliani e il ferimento grave di altri due. Segnale evidente di un logoramento che non risparmia neanche le unità meglio equipaggiate.
Mentre i civili palestinesi continuano a pagare il prezzo più alto, anche l’apparato militare israeliano mostra la fatica di una guerra che non accenna a finire, combattuta in nome della “sicurezza”, ma che ha prodotto distruzione, sofferenza e instabilità su larga scala.
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