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Netanyahu conferma: usiamo l'Isis contro Hamas
di Leandro Leggeri
In una delle ammissioni più controverse dall’inizio della guerra a Gaza, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha confermato che Israele ha fornito armi e sostegno logistico a clan palestinesi ostili ad Hamas nella Striscia di Gaza.
"Che male c'è se abbiamo usato famiglie che lavorano contro Hamas? Questo salva la vita dei nostri soldati", ha dichiarato Netanyahu, difendendo apertamente una strategia che rischia di approfondire il caos e il conflitto sociale tra i civili palestinesi già martoriati da mesi di assedio.
La dichiarazione arriva dopo le rivelazioni dell’ex ministro della Difesa Avigdor Lieberman, che ha accusato il governo israeliano di aver armato clan criminali — alcuni dei quali, secondo lui, sarebbero affiliati all’ISIS — per destabilizzare il controllo di Hamas su Gaza.
Secondo Lieberman, Netanyahu non solo era a conoscenza di questa strategia, ma ne era anche il promotore.
Queste rivelazioni hanno sollevato allarme e indignazione tra i difensori dei diritti umani e le autorità palestinesi, che accusano Israele di voler trasformare Gaza in un campo di battaglia tra fazioni, usando i civili come pedine in una guerra di logoramento interna. Hamas ha denunciato il piano come un tentativo deliberato di provocare il collasso sociale a Gaza e sabotare ogni forma di ordine pubblico.
Il sospetto che Tel Aviv stia strumentalizzando gruppi locali armati, potenzialmente legati al jihadismo più estremo, per combattere Hamas, solleva gravi interrogativi sulle implicazioni morali e legali di tale strategia.
La realtà sul campo, per ora, parla di clan armati che avrebbero saccheggiato aiuti umanitari sotto lo sguardo complice dell’esercito israeliano.
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