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05 giugno 2025
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Khamenei: nazioni musulmane siano unite a sostegno di Gaza
di Mauro W. Giannini

Il leader della Rivoluzione Islamica e della Repubblica Islamica dell'Iran, Sayyed Ali Khamenei, ha invitato le nazioni musulmane a trarre ispirazione dall'essenza spirituale e collettiva dell'Hajj per contribuire a porre fine alle sofferenze a Gaza.

In un messaggio ai pellegrini, Sayyed Khamenei ha sottolineato che quest'anno segna la seconda stagione dell'Hajj, oscurata dalla tragedia a Gaza e in generale nell'Asia occidentale.

In realtà, i palestinesi non hanno potuto celebrare la ricorrenza perché Israele ha chiuso i passaggi per il secondo anno consecutivo.

Ha condannato la "brutalità dei sionisti", che, ha affermato, ha aggravato la catastrofe a Gaza a "un livello inimmaginabile".

Evidenziando l'uccisione di bambini palestinesi per fame, sete, bombe, proiettili e missili, Sayyed Khamenei ha descritto la situazione come un "profondo disastro umanitario", chiedendosi: "Chi si alzerà per affrontare questa tragedia umana?".

Il leader iraniano ha esortato i governi islamici a bloccare qualsiasi sostegno che consenta all'"entità criminale sionista" di continuare la sua aggressione. Ha inoltre invitato i popoli di queste nazioni a fare pressione sui propri governi affinché adottino misure significative.

Pur riconoscendo le differenze politiche esistenti tra i paesi musulmani, Sayyed Khamenei ha sottolineato che queste non devono essere un ostacolo agli sforzi congiunti a sostegno di Gaza.

Ha inoltre accusato gli Stati Uniti di essere complici centrali dei crimini di Israele e ha esortato i governi filo-americani nel mondo islamico a rispondere all'appello coranico a difendere gli oppressi e a costringere "l'arrogante governo statunitense" a cessare il suo "comportamento selvaggio".

Mercoledì, gli Stati Uniti hanno posto il veto a una bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che chiedeva un "cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente" nella Striscia di Gaza.

La Slovenia ha proposto la bozza di risoluzione a nome dei 10 membri eletti del Consiglio di Sicurezza – Algeria, Danimarca, Grecia, Guyana, Panama, Pakistan, Corea del Sud, Sierra Leone, Somalia e Slovenia – e ha ricevuto 14 voti favorevoli.

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