 |
Madleen verso Gaza: una navigazione pericolosa, per davvero
di Rossella Ahmad
04 giugno ore 23:43
Madleen è salpata da poco.
Solca i mari per giungere, si spera, nella terra dei giganti, che resistono da due anni ad un assedio disumano, alla fame, alla sete, ai corpi dei loro figli smembrati e mai più ritrovati.
Provo molta inquietudine.
Ricordo molto bene cosa accadde ad almeno due spedizioni della Flottilla della Libertà, il progetto nato dalla volontà dell'avvocato palestinese Huwaida Arrar, cofondatrice dell'International Solidarity Movement.
Ed erano altri tempi. Nel senso che Israele era lo stesso di oggi, lo stesso di sempre, ma il mondo dormiva ancora sonni profondi ed in Palestina si gettava il sangue ogni giorno a telecamere spente.
Oggi, paradossalmente, la questione degli internazionali è divenuta più delicata. Più pericolosa. Avendo ormai perso la faccia in ogni consesso civile, e non avendo più nessuna maschera da difendere, è lecito temere atti di forza ancora più vigliacchi da parte di Israele.
Come quello del 2010, ad esempio. La nave Mavi Marmara, carica di rifornimenti e cibo che avrebbero dovuto alleggerire l'assedio dei campi palestinesi ridotti alla fame, terminò la sua missione nel sangue. Nove gli internazionali uccisi, otto dei quali morirono a seguito delle ferite di proiettili 9 mm, sparati da distanza ravvicinata. Cinque colpiti alla testa. Sei furono vittime di esecuzioni sommarie dopo essere rimasti feriti, secondo la relazione del consiglio per i Diritti umani delle nazioni unite.
Oppure quello del 2016. in cui la barca Zaytuna Oliva, con un equipaggio di sole attiviste donne - tra di esse un Premio Nobel per la pace - tentò di rompere un nuovo blocco imposto alla striscia di Gaza, ma fu intercettata e abbordata dalla marina militare israeliana mentre era in acque internazionali e costretta a riparare nel porto di Ashdod. In tale occasione, il meteorologo Paolo Sottocorona, a cui gli attivisti si erano rivolti per le previsioni meteo durante le fasi della navigazione in un bellissimo scambio di messaggi social, narrò le vicende della Nave delle Donne in ben due aggiornamenti meteo sulle reti nazionali, rompendo la coltre di silenzio calata sulla missione.
Oggi Israele si dichiara "pronto ad affrontare" la piccola nave della Libertà.
La affronterà allo stesso modo in cui ha sempre affrontato i palestinesi: con la certezza che, dall' altro lato, vi sia sempre gente disarmata, indifesa, il cui sangue non verrà reclamato da alcun paese al mondo.
Auguro tanta fortuna agli intrepidi marinai di Madleen.
Che il vento propizio ed i favori del Grande Spirito siano con voi.
And Free Gaza.
VAI A TUTTE LE NOTIZIE SU GAZA
 
Dossier
diritti
|
|