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ONU: bozza di risoluzione per cessate il fuoco permanente a Gaza
di Gabriella Mira Marq
La Slovenia, a nome dei membri eletti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, ha presentato martedì una bozza di risoluzione che chiede un "cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente" nella Striscia di Gaza e ha chiesto che si voti mercoledì.
Il documento, in base alle informazioni filtrate, esprime "grave preoccupazione per la catastrofica situazione umanitaria, compreso il rischio di carestia", e ricorda l'obbligo di tutte le parti di rispettare il diritto internazionale umanitario e i diritti umani.
Il testo ribadisce inoltre il sostegno agli sforzi di Egitto, Qatar e Stati Uniti per attuare un cessate il fuoco in più fasi, come delineato nella Risoluzione 2735 (2024), volto a garantire il rilascio degli ostaggi, la restituzione delle salme e il completo ritiro israeliano da Gaza, che porti alla ricostruzione.
Chiede inoltre la "revoca immediata e incondizionata di tutte le restrizioni" agli aiuti umanitari e ne chiede una distribuzione sicura e senza ostacoli "su larga scala" in tutta l'enclave.
La risoluzione sottolinea l'importanza di ripristinare i servizi essenziali nel rispetto dei principi umanitari.
Intanto, martedì il Presidente del Consiglio europeo Antonio Costa ha esortato Israele a revocare completamente il blocco su Gaza, definendo la situazione nell'enclave assediata "catastrofica".
In un post su X, Costa ha affermato di aver avuto una telefonata "proficua e significativa" con il Presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi per discutere della situazione a Gaza.
"La situazione a Gaza rimane catastrofica", ha dichiarato il Presidente del Consiglio europeo. "Esortiamo Israele a revocare completamente il blocco sugli aiuti umanitari e a cessare le operazioni militari".
Costa ha inoltre espresso un forte sostegno agli sforzi di mediazione condotti da Egitto e Qatar, basati su una proposta di cessate il fuoco appoggiata dagli Stati Uniti: "Un immediato ritorno al cessate il fuoco è essenziale, in quanto porta al rilascio di tutti gli ostaggi e alla fine definitiva delle ostilità", ha aggiunto.
Le agenzie umanitarie hanno lanciato l'allarme sul rischio di carestia tra gli oltre 2 milioni di abitanti dell'enclave.
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