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03 giugno 2025
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ILO eleva status della Palestina a Stato osservatore
di Gabriella Mira Marq

Un primo passo per il riconoscimento mondiale dello Stato di Palestina è stato realizzato dall'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) che, per la prima volta in cinquant'anni, ha concordato di elevare lo status della Palestina da "movimento di liberazione nazionale" a "Stato osservatore non membro".

La decisione è stata presa all'unanimità durante la Commissione Affari Generali della 113ª Conferenza Internazionale del Lavoro a Ginevra. La risoluzione finale dovrebbe essere formalmente adottata in plenaria giovedì.

Questa decisione allinea la posizione dell'OIL a quella di altre agenzie delle Nazioni Unite come l'UNESCO e l'OMS, a seguito della risoluzione ES-10/23 dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite del maggio 2024.

Con questo ampliamento, la Palestina godrà ora di diritti più ampi nell'ambito dell'OIL, tra cui la possibilità di rilasciare dichiarazioni su tutti i punti all'ordine del giorno, presentare proposte e partecipare a tutte le riunioni con delegazioni tripartite. Otterrà inoltre la facoltà di nominare delegati al Conference Bureau a partire dal 2026.

L'ambasciatore Ibrahim Khraishi ha accolto con favore la decisione in una dichiarazione, definendola una "risposta ferma e inequivocabile al rifiuto della Knesset israeliana di uno Stato palestinese".

"Alcuni continuano a rifiutare l'equità e ad applicare doppi standard, minando i principi stessi di legittimità e giustizia internazionale", ha aggiunto.

Kraishi ha criticato l'Ungheria, l'unico Paese ad opporsi alla risoluzione, affermando: "Siamo sorpresi dalla posizione dell'Ungheria, soprattutto considerando che ha riconosciuto lo Stato di Palestina già nel 1988".

La risoluzione ha ricevuto il forte sostegno del Gruppo Arabo, dell'Organizzazione per la Cooperazione Islamica e di paesi come Francia, Cina, Spagna e Svizzera. Sia il Gruppo dei Datori di Lavoro che quello dei Lavoratori hanno appoggiato la risoluzione, sottolineandone la necessità umanitaria e l'allineamento con i valori dell'OIL.

"Questo passo non è meramente simbolico", ha affermato Khraishi, ma "parte integrante della legittima lotta nazionale e politica del popolo palestinese per la giustizia, la sovranità e l'autodeterminazione".

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