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30 maggio 2025
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Su Gaza non scherzate
di Rossella Ahmad

Partecipo a manifestazioni a favore della Palestina da sempre.

Dall''ottobre 2023, e fino a quando circostanze sfavorevoli me l'hanno impedito, in maniera ancora più sistematica.

A qualunque manifestazione, incontro, dibattito, conferenza, proiezione o tavola rotonda io abbia partecipato nel corso della mia vita, avevo ben chiaro cosa facessi, per chi e per quali obiettivi.

Per la Palestina. Per Gaza. Contro il sionismo, il colonialismo, il capitalismo, il razzismo, la rapacità delle élites, con bandiere, striscioni, slogan che esplicitassero da quale parte fossi. Senza doppiezze. Senza fraintendimenti. E senza equivoci.

Non intendo quindi partecipare né adesso né mai a nessuna manifestazione che non stabilisca con chiarezza e preventivamente i punti fermi su cui non transigo, e cioè

- che non può sussistere alcuna equidistanza tra vittima e carnefice

- che esiste un carnefice ed è lo stato d'Israele, ed esiste una vittima che è la legalità internazionale ancor prima e ancor più che il popolo palestinese

- che il genocidio di Gaza non è né una rappresaglia né un caso fortuito o non premeditato, ma anzi segna il culmine di un progetto di annientamento iniziato ufficialmente nel 1948

- che il sette di ottobre ha reiterato la volontà dei palestinesi di porsi nuovamente come soggetti storici rivoluzionari e di riprendere in mano il corso interrotto della loro epopea politica ed umana per realizzare l'Altissimo Vivere al quale ambiscono oppure perire, e di cui la comunità internazionale è solo chiamata a prendere atto, non certo a giudicare

- che la Resistenza palestinese non è terrorismo, ma anzi si oppone alla madre di tutti i terrorismi, di tutte le violenze e di tutte le abiezioni, che è il colonialismo e l'occupazione militare

- che il sionismo è una barbarie umana, civile, politica e morale, unico responsabile di ogni atrocità passata, presente e futura avvenuta o che avverrà in Palestina ed in Medioriente

- che il nostro sogno, la nostra speranza e l'obiettivo a cui tendiamo è la liberazione della Palestina dal fiume al mare - uno stato unico per chi lo avrà meritato - ed il ritorno dei profughi alle loro terre - da cui furono scacciati con gli strumenti della violenza, del terrorismo e della coercizione - secondo la risoluzione 194 dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite

- che una manifestazione in cui non sventoli il vessillo palestinese, simbolo imperituro di tutte le resistenze, non è una manifestazione per Gaza, né per la verità, né per la giustizia, ma solo l'estremo, patetico tentativo di salvare la faccia ma anche il culo di miserabili con cui non ho davvero nulla da spartire.

Non scherzate, per favore. Non è più il tempo delle frivolezze e delle azioni inutili, insensate.

A Gaza si muore. I palestinesi non meritano queste oscenità.

«Un tempo per la meraviglia alzavamo al cielo lo sguardo sentendoci parte del firmamento, ora invece lo abbassiamo preoccupati di far parte del mare di fango.»

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