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Occidente tollera colonialismo (illegale) in Terra Santa
di
Rossella Ahmad
A proposito di colonie: il gabinetto di sicurezza israeliano ha dato l'ok alla costruzione di 22 nuovi insediamenti in Cisgiordania su mozione presentata da Israel Katz e Belazel Smotrich, rumeni e ucraini su e giù a braccetto per la Palestina.
Grande la soddisfazione espressa da Yisrael Ganz, ungherese di ascendenza e presidente del Consiglio di Yesha, l'organizzazione che raggruppa le 45 colonie della regione gerusalemita, il quale ha parlato di una "decisione storica", la più favorevole dall'anno della conquista israeliana della Cisgiordania.
No, amici cari: non siamo nel medioevo, anche se sembrerebbe. I territori conquistati con la guerra, retaggio di un'epoca storica ormai terminata, sono ancora ammessi, ma solo in Palestina.
Così come il colonialismo, ripudiato in ogni consesso civile e vivo e vegeto, anzi in ascesa, tra le colline della terra santa. Tollerato con grande liberalità, indulgenza ed apertura mentale anche dai progressisti orbi d'Occidente, progressisti per tutto tranne che per la Palestina, secondo la riuscitissima espressione coniata da Lia.
E quindi, di fronte a tutto ciò, di fronte cioè ad una colonizzazione spietata ed impunita del territorio palestinese che prosegue ininterrotta da quasi sessant'anni; e di fronte ad una comunità internazionale che teoricamente condanna ma nella pratica lascia fare; e di fronte ad una serie di spregevoli individui che continuano a cianciare dei due stati mai specificando però quali strategie abbiano la capacità di mettere in campo per esigere il rispetto della legge internazionale, la domanda è sempre la stessa: quante possibilità pensano di avere nel costringere Israele a sgombrare il territorio palestinese?
La butto lì: neanche una.
Però i due stati, signora mia. La foglia di fico dietro cui nascondere decenni di fallimenti, inerzia, disinteresse.
La sedazione profonda di Oslo ritentata innumerevoli volte, mentre le colonie si espandono a vista d'occhio, inglobando ciò che resta di un territorio ridotto a colabrodo. Condannato all'oblio, assieme al suo popolo.
Mentre in questo paese da barzelletta uomini senza senno si sbattono tra mille cavilli e mille distinguo per una manifestazione che sia per Gaza, sì, ma anche massimamente condivisa, con la gentile e gradita partecipazione del vessillo genocida. Leggete e poi vomitate.
La piazza della pace non vuole la bandiera israeliana, titola un giornale di oggi, scandalizzato. Ed in questa breve frase è racchiusa tutta la tragedia di quest'epoca infame.
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