Osservatorio sulla legalita' e sui diritti
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28 maggio 2025
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Potere al Popolo denuncia: spiati da poliziotto infiltrato
di Viola Fiore

Un vulnus per la democrazia quanto accaduto al partito Potere al Popolo, che ha denunciato di essere stato spiato per 10 mesi da un agente di polizia, anche se fonti delle FFOO negano.

Il giovane agente, un pugliese di 21 anni, si era infiltrato nel gruppo napoletano del partito, destando qualche sospetto per l'assenza di uno "storico" personale e sui social, ma è poi stato scoperto per via dell'emersione di fotografie del giuramento e altre in divisa e in compagnia di altri agenti.

L'Articolo 49 della Costituzione italiana recita "Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale", pertanto lo spionaggio da parte della polizia mina una delle fondamenta della Repubblica e non può essere giustificato perché non vi erano crimini associati al partito in questione, se non l'eventuale dissidenza con il governo, di cui si trova all'opposizione.

Potere al Popolo commenta "Pochi mesi fa, la pubblicazione dell’inchiesta di Fanpage “Gioventù Meloniana” svelava come tra i giovani di FDI fossero ancora attualissimi saluti romani, cori razzisti etc. Nei giorni successivi Giorgia Meloni dichiarò che “infiltrarsi nelle riunioni dei partiti politici è un metodo da regime”.
In realtà se un giornale fa un’inchiesta su un partito politico, di regime non c’è nulla. Ma che diciamo quando a infiltrare un’organizzazione democratica come un partito politico sono gli stessi apparati dello Stato? Non sono metodi da regime che mettono in questione l’operato dell’intero governo?
Giorgia Meloni crede sia consentito al Ministero degli Interni di infiltrare un partito politico? Non crede, il ministro Piantedosi, che la situazione, se iniziamo a unire i puntini, sia piuttosto inquietante?
Prima la notizia dello spionaggio tramite lo spyware Paragon a danno di giornalisti (Fanpage) e organizzazioni non governative (Mediterranea), ora l’infiltrazione di un partito politico. Dobbiamo pensare che questo Governo non è in grado di tollerare alcuna forma di dissenso al punto da dover ricorrere a metodi da regime?".

"Di quale democrazia parliamo se lo Stato con le sue forze repressive ti entra in casa, ti spia, ti infiltra, mentre produce alla luce del sole i decreti sicurezza che criminalizzano e attaccano ferocemente le lotte sindacali, le realtà sociali e autorganizzate, il diritto al dissenso?
Il quadro si fa più inquietante se pensiamo che lo stesso Decreto sicurezza che è andato ieri in approvazione definitiva, contiene una norma che potenzia le attività sotto copertura dei servizi segreti, consentendo agli agenti non solo di partecipare alle organizzazioni considerate dagli inquirenti eversive, ma anche di dirigerle e guidarle, persino arruolando nuovi membri."

Mentre l'Unione sindacale di base esprime solidarietà agli uomini e le donne di Potere al Popolo, fonti qualificate riportate dalle agenzie di stampa smentiscono che il poliziotto in questione fosse sotto copertura, affermando che "Questo tipo di attività è disciplinata da una normativa che prevede il coinvolgimento dell'autorità giudiziaria. Cosa non avvenuta nel caso segnalato, in cui – peraltro – il presunto agente-spia partecipava agli eventi di Potere al popolo col proprio vero nome, cui corrispondeva un profilo social che lo ritraeva in divisa".

In realtà le foto in divisa non sono state trovate sul profilo social - che era stato ripulito - ma sui profili dei suoi colleghi agenti.

L'Osservatorio sulla legalità e sui diritti si dice scioccato per quanto accaduto, trattandosi di partito politico e non di covo di terroristi e fa notare pure come gli agenti siano in questo modo distolti dai loro compiti istituzionali, che li dovrebbero vedere proteggere i cittadini e perseguire i veri criminali.

Fa rilevare come spesso vi sia chi dice che le cariche della polizia e le manganellate sono giustificate con i comportamenti aggressivi di presunti attivisti. A questo punto sarebbe possibile creare ad arte situazioni violente che giustifichino reazioni violente delle forse dell'ordine, a loro volta coperte dal nuovo decreto sicurezza per gli abusi commessi nell'esercizio delle funzioni e addirittura con le spese pagate in giudizio fino a 10.000 euro ciascuno.

Infine, causa il suo scopo il perseguimento della legalità, l'Osservatorio ritiene che la polizia non debba essere vista dal cittadino come nemica. Tuttavia è quello che i comportamenti del governo finiscono con l'ottenere: poliziotti che caricano pacifici manifestanti, spiano cittadini impegnati democraticamente secondo l'art. 49 della Costituzione e possono abusare tranquillamente del loro potere perché non solo non vengono sanzionati ma vengono difesi e promossi a spese dei cittadini che dovrebbero proteggere.

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