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Usa: rafforzamento militare per prendere il controllo del Medio Oriente
di
Shorsh Surme *
In un contesto di crescenti tensioni regionali, il rafforzamento militare degli Stati Uniti in Medio Oriente è tornato alla ribalta, sollevando numerosi interrogativi sulle sue vere motivazioni, sugli obiettivi strategici e sulle potenziali implicazioni.
I recenti sviluppi nella regione, dagli attacchi militari nello Yemen alle indicazioni di una potenziale espansione dei conflitti, presentano scenari complessi che potrebbero ridisegnare la mappa dell’impegno nella regione, tra avvertimenti di ripercussioni che potrebbero estendersi all’Iran e persino all’Iraq.
L’esperto di sicurezza Safaa al-Aasam ha dichiarato al giornale Wisha che nella regione si verificheranno grandi cambiamenti, che potrebbero estendersi anche ai cambiamenti geografici, rivelando “movimenti che puntano a interessare il confine tra Iraq e Siria”.
Al-Aasam ha citato una dichiarazione del capo del Comitato israeliano per la sicurezza e la difesa, il quale ha affermato che Israele raggiungerà il fiume Eufrate e confina direttamente con l’Iraq e il Kurdistan, “il che significherebbe una massiccia incursione israeliana che potrebbe equivalere a una quasi-occupazione”, ha affermato.
Al-Aasam ha aggiunto che gli Stati Uniti hanno presentato una risoluzione al Consiglio di sicurezza per porre fine o annullare l’adesione permanente della Siria al consiglio, oltre a ritirare i passaporti diplomatici dei funzionari siriani che lavorano presso le Nazioni Unite e sostituirli con passaporti G3. Ciò indica che lo status della Siria sulla scena internazionale è sceso a zero.
Per quanto riguarda l’Iran, gli Stati Uniti gli hanno concesso una scadenza di 60 giorni per conformarsi a determinate condizioni, e ne restano solo circa 40, secondo al-Aasam.
Tali condizioni includono la sospensione dell’armamento dell’Asse della Resistenza e la fine del supporto logistico, che ha portato al ritiro di alcune fazioni della resistenza sostenute dall’Iran dal governatorato di Ninive, nel nord dell’Iraq.
Ha inoltre sottolineato tre condizioni principali: porre fine al ruolo delle fazioni della resistenza, consegnare le attrezzature nucleari e abbandonare i missili ipersonici.
* Direttore di Panorama Kurdo e Componente del Comitato Scientifico dell'Osservatorio
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