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In TV l'intellettuale che minimizza le notizie da Israele
di
Paolo Mossetti
Simbolo dell'allineamento ideologico, decennale, tra la galassia dei Radicali e tutto ciò che ha a che fare con Israele - una Israele ovviamente romanticizzata e ideologizzata - Fiamma Nirenstein è da anni valutata come preziosa corrispondente da Gerusalemme per la Radio pannelliana.
Alla Rai, invece, dalla quale come sappiamo molti nostri liberali vogliono tenere fuori le «quinte colonne» e gli «apologeti delle autocrazie», la giornalista e saggista ha commentato così, intervenendo al programma di Annalisa Chirico, le violenze scatenate a Gerusalemme durante la marcia per le bandiere - evento definito persino dalla modestissima opposizione di Yair Lapid un «festival di odio e razzismo».
«Quello che quello che avete visto - ha detto Nirenstein - è veramente una frazione inesistente di quella che è stata ieri qui la festa a Gerusalemme, dove c'erano grandissimi cortei di magnifici ragazzi e ragazze super pacifici e tranquilli, soltanto contenti di essere in una Gerusalemme in cui finalmente sia i cristiani che i musulmani, che gli ebrei possono arrivare a tutti i loro luoghi di culto.
Ti ricordo, ti ricordo che prima del '67 Gerusalemme era costellata di mura divisive per cui i musulmani impedivano agli ebrei e ai cristiani di arrivare persino al Santo Sepolcro. Quindi se le immagini che arrivano, così come i quintali di bugie da cui siete inondati... ti dirò che è stata invece un segnale piuttosto positivo...
Israele è proprio identicamente, la stessa Israele di sempre che si limita a difendersi e a lottare per la sua sopravvivenza... [Netanyahu] è il governo più democratico che si possa immaginare... C'è una piccola minoranza religiosa dentro il governo. Bibi è un è un conservatore liberale, come ce ne sono tanti nel mondo».
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