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Addomesticano l'indignazione popolare
di
Rossella Ahmad
In nessun'altra parte al mondo, tranne che in Italia, si sta tentando l'operazione infida di addomesticamento dell'indignazione popolare per il genocidio in atto per circoscriverla nell'alveo del politicamente corretto, del sostegno bipartisan - con la Palestina ma anche contro la Palestina - della par condicio tra carnefice e vittima, delle bandiere dei due popoli e dei due stati. Delle sciocchezze arcobaleno che non servono a nessuno figurarsi se servono a Gaza.
Quando dicevamo che questo paese è il laboratorio di ogni infamia, delle sconcezze e dei sotterfugi più meschini, non sbagliavamo.
E quindi appare sempre più ovvio ed evidente che l'improvviso riposizionamento degli infami di regime, di coloro che per due anni hanno fatto spallucce di fronte ai crimini commessi a Gaza, non ha altro scopo che quello di tentare l'ultima carta giocabile per salvare ciò che resta della faccia truce di israele.
Questi, del sangue palestinese continuano a fottersene allegramente.
È alla riabilitazione di israele che puntano, e possono farlo - allo stato attuale, di fronte ad una pubblica opinione che ha abbondantemente compreso ciò che accade nonostante loro e alla faccia loro - solo in questa maniera.
Mescolando subdolamente le carte.
E alzi la mano chi abbia creduto anche solo per un istante alla buona fede di costoro.
Altrove, i due campi restano ben separati, com'è giusto che sia. Un abisso li divide. Non vi sono confusioni di sorta . L'operazione di mescolamento non è stata neanche pensata, figurarsi se tentata. Chi abbia avuto un sincero ripensamento nei suoi convincimenti - tutto può essere, nella vita. Se sussiste la probabilità seppur remota di essere colpiti da un fulmine, vi è anche la possibilità di capire dopo due anni cosa stia accadendo - si è accomodato nello schieramento opposto, senza bizantinismi e spaccamento in quattro di capelli e attributi.
Altrove ma non qui.
Qui i normalizzatori del genocidio, quelli che fino a ieri hanno occultato con perizia la verità sulla Palestina occupata e stuprata da un branco di predoni, di cui hanno raccolto ogni falsa istanza convogliandola all'opinione pubblica senza un minimo di decenza, di imparzialità e di deontologia professionale, il giornale delle borghesia filosionista, addirittura, chiamano a raccolta per una manifestazione nazionale - condivisa, questo è il trick - per Gaza e non gli si fulmina la mano.
Non gli si secca la voce nell'ugola. Obiettivo non dichiarato, il solito fritto misto all'italiana, in cui non si capisce più nulla su dove siano i torti e dove siano le ragioni, su chi sia il carnefice di chi e se si sostenga il colonizzatore nella sua furia omicida o il colonizzato nella sua strenua lotta per la vita.
Bisogna fargli capire che non parteciperemo ai loro inciuci sulla Palestina, e che sulle rovine fumanti di Gaza la loro mano è sacrilega.
Le due bandiere, i due popoli ed i due stati sanno già dove metterseli.
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