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Famiglie ostaggi: Netanyahu fa terrorismo psicologico
di
Tamara Gallera
Nuove accuse a Benjamin Netanyahu fa parte dei familiari degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas.
Il fratello del prigioniero israeliano Nimrod Cohen ha accusato il Primo Ministro israeliano di usare "terrorismo psicologico" contro le famiglie dei prigionieri, accennando a un possibile accordo per il loro rilascio, solo per poi rimangiarsi le sue dichiarazioni.
"È terrorismo psicologico in tutti i sensi per un Primo Ministro fare un commento fugace sulla vita di mio fratello", ha dichiarato Yotam Cohen, citato da Yedioth Ahronoth.
"È spregevole ed è stato fatto in modo estremamente rozzo e disgustoso", ha aggiunto.
Le famiglie dei prigionieri hanno espresso di sentirsi manipolate da Netanyahu, che sembra aver deriso o minato la possibilità di un accordo serio per il rilascio dei loro parenti, rimasti a Gaza.
Hirut Namrodi, madre del prigioniero Tamer Namrodi, ha dichiarato alla Radio dell'Esercito Israeliano: "Quando il Primo Ministro parla della questione, crediamo che stia succedendo qualcosa di reale. Ha suscitato frustrazione in tutte le famiglie". Allo stesso modo, Eli Elbagh, padre dell'ex prigioniera Liri Elbagh, ha parlato a Canale 12, riferendo: "Le famiglie hanno iniziato a sentirsi felici, veramente felici, ma presto si sono rese conto che si trattava di chiacchiere inutili", sottolineando che le dichiarazioni hanno spinto le famiglie in uno stato di vulnerabilità psicologica.
Accusando Netanyahu di irresponsabilità, Elbagh ha dichiarato: "Non è solo un utente di Twitter. Le sue parole hanno un peso. Ogni parola uccide. Le famiglie non hanno più la forza, 600 giorni sono troppi".
Le dichiarazioni di Netanyahu sono arrivate alla fine di un video pubblicato lunedì, in cui accennava agli aggiornamenti relativi ai sequestrati, affermando: "Spero davvero che possiamo annunciare qualcosa sugli ostaggi, se non oggi, domani".
La diffusa preoccupazione e le richieste di informazioni da parte delle famiglie dei sequestrati hanno spinto il suo ufficio a ritrattare rapidamente le sue dichiarazioni, chiarendo che "non dovrebbero essere interpretate come un segnale di un accordo imminente".
La madre di un sequestrato israeliano, Einat Angrist, ha parlato alla Radiotelevisione Pubblica Israeliana e ha espresso la sua comprensione della situazione, affermando che il tono di Netanyahu "non si riferiva al domani, ma piuttosto a un futuro lontano".
"I soldati che combattono per Israele dovrebbero sapere che se vengono catturati, nessun ministro o membro della Knesset combatterà per loro. A nessuno importerà", ha concluso.
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