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ONU non si piega a nuova gestione degli aiuti voluta da Israele
di
Gabriella Mira Marq
Sabato, i media israeliani hanno riferito, citando funzionari statunitensi, che le Nazioni Unite "si sono rifiutate di collaborare con Israele e le aziende americane nella distribuzione di aiuti nella Striscia di Gaza".
Nel frattempo, l'Ufficio Stampa del Governo di Gaza ha dichiarato sabato in un comunicato stampa che l'occupazione israeliana sta promuovendo una narrativa fuorviante, sostenendo di consentire l'ingresso di aiuti umanitari, "mentre la realtà dimostra che sono entrati solo circa 100 camion, meno dell'1% dei bisogni primari della popolazione".
L'ufficio ha chiarito che questa quantità minima di aiuti è entrata nella Striscia, nonostante "non meno di 46.200 camion carichi di aiuti e carburante siano necessari per soddisfare il minimo indispensabile dei bisogni umanitari".
L'Alta Commissione per gli Affari dei Clan nei governatorati meridionali della Striscia di Gaza ha fermamente respinto qualsiasi intervento straniero volto a minare la sovranità nazionale o a eludere le istituzioni internazionali che operano a Gaza, in particolare l'Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l'Occupazione dei Rifugiati Palestinesi (UNRWA).
In una dichiarazione ufficiale rilasciata sabato, la commissione ha denunciato i tentativi di incaricare la Gaza Humanitarian Foundation (GHF), guidata dagli Stati Uniti, di gestire la distribuzione degli aiuti umanitari nella Striscia, descrivendo l'iniziativa come una "palese violazione della fiducia nazionale e comunitaria" e un "pericoloso preludio alla fine del ruolo delle Nazioni Unite a Gaza e alla sua sostituzione con attori politicamente motivati".
Nella dichiarazione si dice anche: "Mettiamo in guardia fermamente contro la militarizzazione dell'opera umanitaria e la trasformazione degli aiuti in uno strumento di controllo su Gaza sotto la maschera degli aiuti".
Ha sottolineato che la società in questione "non ha alcun status legale, non gode di alcuna legittimità popolare o tribale e il suo ingresso a Gaza è considerato una linea rossa".
La commissione tribale ha ribadito la presenza di "istituzioni locali e internazionali consolidate ed esperte" che da tempo sostengono il popolo palestinese a Gaza, in primis l'UNRWA, che la dichiarazione ha descritto come un "simbolo politico e nazionale".
"Il nostro impegno nei confronti dell'UNRWA è un impegno per il diritto al ritorno e una difesa dell'esistenza palestinese", ha aggiunto la dichiarazione, riconoscendo anche l'importante ruolo della Mezzaluna Rossa egiziana nel facilitare la consegna degli aiuti durante l'aggressione in corso a Gaza.
Scopo di Israele nel creare la nuova modalità di gestione con la fondazione creata ad hoc è stabilire pochi punti di distribuzione degli aiuti in prossimità del corridoio Filadelfia invece che distribuiti sul territorio, in modo da costringere i palestinesi a spostarsi in quella zona per non dover viaggiare ogni giorno onde ottenere i generi di prima necessità distribuiti, e da lì poterli sfollare verso i paesi confinanti.
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