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Nato il 7 di ottobre
di
Rossella Ahmad
Giunge il momento del risveglio anche per coloro che nacquero il sette di ottobre. Ad esempio Piers Morgan.
C'è da fare una premessa.
Tra quest'uomo ed il pattume nostrano vi è una voragine. Parliamo di un giornalista che, comunque sia, sa fare il suo mestiere. Partito da una posizione smaccatamente pro-israele, ha conservato però una certa onestà intellettuale - parliamo pur sempre di minimo sindacale per un professionista dell'informazione - che lo ha portato ad ospitare e confrontarsi con rispetto anche con sostenitori della causa palestinese, come il chirurgo- comico Bassam Yousef e Roger Waters, oltreché Mahdi Hassan.
Il suo approccio è sempre stato quello di chi intendeva davvero comprendere o quanto meno dare voce ad un'altra versione della storia, ed assolveva a questo compito senza grossi pregiudizi, a parte l'insostenibile refrain sul sette ottobre, lasciato cadere quando era oramai divenuto palese che si trattasse di un trick israeliano per mettere la parola fine alla questione palestinese. Questa la mia impressione generale, di cui parlai lo scorso anno.
In un celebre video che pubblicai mesi fa, nel corso di un'intervista con un rappresentante del governo israeliano, si meravigliò della bizzarra circostanza secondo cui il governo sionista non sapesse quanti fossero i morti di Gaza ma conoscesse perfettamente il numero dei militanti uccisi, ed incalzò il millantatore fino a farlo quasi confessare che stava in realtà mentendo spudoratamente.
Così come si meravigliò della bizzarra circostanza per cui Israele dichiarasse di non occupare Gaza ma di essere tuttavia in grado di poterne chiudere i rubinetti di acqua, di cibo e di energia elettrica senza fornire alcuna spiegazione credibile del fatto.
Come è possibile, spiegami. Una frase ripetuta ad ogni sconnessa giustificazione dell'esponente sionista, fino a metterlo nell'angolo.
Parliamo quindi di un giornalista di spessore, qualunque siano stati e siano ancora i suoi convincimenti.
Oggi Piers si propone come un uomo nuovo. Qualche giorno fa, ospite il giornalista britannico Mahdi Hassan, con cui aveva intessuto infinite scaramucce dialettiche nel corso di quasi due anni di genocidio, Piers confessa letteralmente:
"Avevo resistito rispetto al tuo criticismo verso il governo israeliano ma ora non più ... credo che abbiamo raggiunto un'intesa su ciò che sta accadendo in questo periodo di blocco il quale, francamente, è condanna a morte per fame di gente innocente, inclusi bambini, ed io penso che l'assassinio incessante di questa gente, centinaia di persone ogni giorno, mi faccia capire che apparentemente non ci siano decisioni di mettere fine alle uccisioni di donne e bambini".
Lo scrissi allora, lo ripeto adesso: onesto è colui che adatta i suoi convincimenti alla verità, disonesto chi adatta la verità ai suoi convincimenti.
Piers ha fatto l'una e l'altra cosa, ma con mestiere.
Spero che per lui siano terminati i giorni dell'infingimento.
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