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24 maggio 2025
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Progetto di sfollare i gazawi in paesi africani
di Tamara Gallera

Il quotidiano israeliano Maariv ha riferito venerdì che Israele è in trattative avanzate con diversi paesi africani per raggiungere accordi per l'accoglienza degli sfollati forzati da Gaza. L'iniziativa fa parte di un più ampio piano di pulizia etnica a Gaza, definito come un'iniziativa di "migrazione volontaria". Secondo Maariv, i colloqui si stanno svolgendo in pieno coordinamento con gli Stati Uniti.

Questo avviene dopo che il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha indicato l'attuazione del piano di ricollocamento a Gaza del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump come una nuova condizione per porre fine alla guerra contro Gaza, la prima volta che ha avanzato pubblicamente una richiesta del genere.

Diversi stati africani avrebbero espresso una "disponibilità iniziale" ad accogliere gli sfollati di Gaza. Tuttavia, questi paesi hanno posto diverse condizioni in cambio, che vanno dall'assistenza finanziaria diretta al sostegno politico degli Stati Uniti su questioni diplomatiche non correlate. Alcune delle richieste sono state respinte da "Israele" e i negoziati in corso mirano a trovare compromessi reciprocamente accettabili.

Precedenti rapporti indicavano che l'amministrazione Trump avrebbe avanzato una controversa proposta per il trasferimento forzato di fino a un milione di palestinesi dalla Striscia di Gaza assediata alla Libia.

Citando fonti a conoscenza diretta della questione, tra cui due persone informate sul piano e un ex funzionario statunitense, il rapporto ha rivelato che Washington ha già avviato trattative con la leadership libica in merito al potenziale trasferimento. Come parte dell'accordo, si dice che l'amministrazione Trump abbia offerto lo sblocco di miliardi di dollari di beni libici congelati in cambio dell'accordo di Tripoli di accogliere i rifugiati palestinesi.

La proposta presumibilmente include un quadro dettagliato per il reinsediamento, volto a istituire città dedicate ai rifugiati sfollati. Fonti coinvolte nella stesura dell'iniziativa hanno riferito a Maariv che la prima ondata di sfollati forzati verrebbe posizionata come "ambasciatori del successo" per incoraggiare ulteriori partenze da Gaza.

Secondo il rapporto, i finanziamenti per il piano di pulizia etnica verrebbero ripartiti tra "Israele", gli Stati Uniti e una serie di organizzazioni internazionali. Tra queste, gruppi evangelici che si sono impegnati a raccogliere donazioni e contribuire alla costruzione di infrastrutture a supporto del programma.

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