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24 maggio 2025
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Londra: nuove proteste contro il governo per armi a Israele
di Marilina Mazzaferro

Venerdì migliaia di manifestanti si sono radunati davanti al numero 10 di Downing Street sotto lo striscione "Protesta di emergenza - Basta armare Israele - Le parole non bastano", chiedendo al governo britannico di bloccare le esportazioni di armi verso Israele e di adottare misure concrete in risposta alla catastrofe umanitaria in corso a Gaza.

La protesta, coordinata da diversi gruppi filo-palestinesi, tra cui la Palestine Solidarity Campaign (PSC), ma anche di ebrei per Gaza o ebrei per la pace, arriva sulla scia di quella che è stata descritta come la più ferma condanna ufficiale del Regno Unito delle azioni israeliane fino ad oggi.

All'inizio di questa settimana, il Primo Ministro Keir Starmer e il Ministro degli Esteri David Lammy hanno definito "atroce" l'attacco di Israele a Gaza e "abominevole" la sofferenza dei palestinesi.

Ma per manifestanti e attivisti sul campo, le parole non bastano. Portavano striscioni con la scritta "I bambini vengono uccisi a Gaza", "Scuole e ospedali vengono bombardati" e "Smettete di armare Israele". "Starmer ha perso questo Paese sulla questione palestinese", ha detto John Rees, attivista politico, accademico e giornalista britannico, rivolgendosi alla folla.

"Prima che questa dichiarazione venisse rilasciata, sapevo che Starmer era un ipocrita. Sapevo che Lammy era un bugiardo, e dopo questa dichiarazione, continuo a pensare che Starmer sia un ipocrita, ma Lammy è un bugiardo. Chiediamo che trasformino queste parole in azioni. Smettete di armare Israele. Non avrebbero detto quelle parole, non avrebbero visto crollare completamente la loro posizione se non fossimo rimasti in piazza settimana dopo settimana, mese dopo mese e anno dopo anno. Ora, in difesa della Palestina, la domanda è: possiamo fare di più?"

Il PSC ha ribadito questo sentimento, affermando: "Dobbiamo chiedere al nostro governo di agire immediatamente per porre fine alla complicità nel genocidio israeliano contro il popolo palestinese".

Dall'ottobre 2023, più di 54.000 palestinesi sono stati uccisi e decine di migliaia sono rimasti feriti a Gaza, secondo le autorità sanitarie di Gaza. Ciononostante, affermano gli attivisti, il Regno Unito ha continuato ad approvare licenze di esportazione di armi, compresi i componenti utilizzati nei caccia F-35 di fabbricazione statunitense schierati da Israele.

L'ex leader laburista Jeremy Corbyn, presente anche lui alla manifestazione, ha sottolineato quella che molti considerano una palese contraddizione tra la retorica e la politica del governo. Nel settembre 2024, a seguito di una revisione interna, il governo britannico annunciò la sospensione parziale di 30 delle 350 licenze di esportazione di armi attive verso Israele. Le licenze sospese includevano componenti per droni, aerei militari e sistemi di puntamento a terra, ma escludevano parti di caccia F-35.

"Dalla sospensione delle 30 licenze di armi avvenuta qualche tempo fa, la fornitura di armi a Israele è effettivamente aumentata, non diminuita rispetto alle altre licenze", ha dichiarato Corbyn. "Pretendiamo la verità e chiediamo giustizia per il popolo palestinese". Corbyn presenterà alla Camera dei Comuni il 4 giugno un disegno di legge per un'inchiesta pubblica indipendente su Gaza, con un discorso della durata massima di 10 minuti. Il disegno di legge mira a istituire un'indagine formale sulla complicità del Regno Unito in potenziali crimini di guerra a Gaza.

Nonostante le recenti dichiarazioni del governo, i critici sostengono che la posizione del Regno Unito rimanga guidata da calcoli politici piuttosto che da un effettivo cambiamento di rotta.

Gli analisti suggeriscono che il cambiamento di tono potrebbe essere influenzato dalla crescente pressione legale. Gli attivisti hanno portato il governo in tribunale, accusandolo di aver violato il diritto nazionale e internazionale fornendo armi che potrebbero essere utilizzate per violare il diritto internazionale umanitario, incluso il genocidio.

Sebbene il caso si concentri principalmente sull'esportazione di componenti per i caccia F-35, chiede anche l'immediata sospensione di tutte le licenze di esportazione di armi verso Israele, citando il "rischio evidente" che i componenti prodotti nel Regno Unito stiano facilitando crimini di guerra.

Al termine della manifestazione, molti manifestanti hanno promesso di continuare la loro campagna.

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