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Occidente comincia a ripudiare Israele
di Ahmad M. Shakakini
Dopo il genocidio a Gaza, l'immagine che i cittadini in Occidente hanno del regime dell'apartheid israeliano è finalmente radicalmente cambiata. Ora la maggiore parte dei cittadini USA e Europei lo sa quanto è razzista e genocida il regime israeliano.
Israele ora ha a che fare con un mondo che non lo guarda più con gli stessi occhi di prima anche se questo non ha ancora portato a un cambiamento concreto nella politica dei governanti degli Stati Uniti e dei paesi europei.
I governi occidentali complici del genocidio non hanno preso posizione contro Israele se non a parole e limitata alla convocazione dell'ambasciatore israeliano e solo perché ha sparato contro i loro diplomatici bianchi. Il parlamento è il governo spagnolo che si dice di sinistra ha deciso solo ieri e dopo 19 mesi di genocidio di non vendere armi al regime israeliano. Tuttavia esiste una novità nelle loro posizioni verbali. E solo i governanti della Germania, eredi dei nazisti, non hanno condannato.
È improbabile che i governanti occidentali ormai tutti di estrema destra e/o di destra (compresi quelli che si dicono di sinistra) passino all'azione e impongano sanzioni serie contro Israele. Persino il riconoscimento di uno stato palestinese inesistente e sotto occupazione non influisce più di tanto su Israele ne significa concretamente qualcosa per i palestinesi (malgrado la propaganda di Netanyahu contro chi sta invitando a tale riconoscimento).
Ciò che è cambiato è il volto di Israele: Israele era più abile a travestirsi e parlava all'Occidente nella sua lingua. I movimenti politici in Israele (compresi Ben Gurion, Rabin e Peres responsabili delle occupazioni, delle guere e delle violenze contro i palestinesi fino al 1977 quand'è stato eletto il primo governo di destra del Likud), sono stati gli stessi nel corso degli anni: sionisti violenti e razzisti, ma il loro discorso è cambiato.
La leadership israeliana è cambiata e il sionismo si è tolto trucco e maschere e non ha più voglia di piacere all'opinione pubblica occidentale. Le dichiarazioni dei leader sionisti israeliani sono diventate più schiette nelle intenzioni: Il governo sudafricano ne raccolse alcune come prova forense dell'intento di genocidio presso la deludente Corte di Giustizia Internazionale.
Commettendo un orribile genocidio a Gaza, Israele sta ora mettendo in imbarazzo i suoi alleati occidentali. In Italia solo Fassino, ex segretario nazionale del Pds, che ha governato con la Lega Nord di Bossi, già nel 1995 (governo Dini), continua a difendere Israele. Le disposizioni incivili del decreto Dini sull'immigrazione sono ancora trovabili nel Testo Unico sull'immigrazione (nella Napolitano-Turco e nella Bossi-Fini) e la riforma Dini delle pensioni è stata molto peggiore di quella di Fornero: è quella che ha reso quasi impossibile la pensione dei giovani italiani (precari).
Non si tratta dell'ascesa della destra in Israele. Il Partito della Sinistra (il Partito Laburista israeliano) ha eletto qualche mese fa il suo nuovo leader: è uno che ha partecipato ai massacri contro il popolo palestinese e ha chiesto di ridurre alla fame la popolazione di Gaza. Questa è la loro sinistra. Tutti loro sono sionisti razzisti allo stesso modo.
I palestinesi purtroppo non hanno problemi solo con Netanayahu o solo con tutti partiti ed i politici del regime israeliano d'Apartheid, hanno anche un grosso problema con la stessa società israeliana che è razzista: I sondaggi registravano che il 36,6% degli israeliani erano d'accordo di continuare con i massacri con la stessa intensità e il 57,5% voleva ancora più intensità e violenza contro i palestinesi di Gaza.
Solo l’1,8% dei cittadini israeliani riteneva che Israele stesse usando troppa violenza. E le manifestazioni di israeliani contro il governo Netanyahu non sono manifestazioni di pacifisti israeliani, contro l'occupazione o contro il genocidio dei palestinesi, ma sono quelle dei parenti degli ostaggi i quali chiedono che la liberazione dei loro parenti sia la priorità del governo Netanyahu.
Noi arabi e palestinesi, giustamente, sappiamo che il sionismo, sin dal suo inizio, è stato un brutale movimento razzista e genocida. I primi volti del sionismo sono piaciuti e hanno reso orgogliosi i liberali in Occidente. I volti israeliani di oggi fanno vergognare i governanti occidentali. Sono costretti a reagire (solo a parole) perché il loro problema non è più coi neri musulmani palestinesi ma con i loro stessi cittadini, anche ebrei, che non comprendono il silenzio e la complicità dei loro governi con il genocidio di civili palestinesi e con il ridurre alla carestia i bambini.
L'immagine di Israele e del sionismo (non solo di Netanyahu) in Europa, in Bangladesh, in Colombia e in tutto il mondo è ormai bruttissima e sporchissima ed è quasi impossibile da ripulire.
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