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23 maggio 2025
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Palestina: non è una questione umanitaria
di Rossella Ahmad

Mi irrita molto che la questione palestinese sia trattata come una questione umanitaria, come avviene ad esempio da parte dei neofiti, quelli cioè che vi si approccino da pochissimo. Le immagini in TV dei bambini che muoiono di stenti convogliano il falso e fuorviante concetto che di una sorta di carestia improvvisamente piombata sulla testa di due milioni e mezzo di persone si tratti.

La questione della Palestina è invece una questione POLITICA. Che si risolve - o non si risolve - politicamente Ed è una questione di giustizia. Che si risolve - o non si risolve - con le armi della giustizia, del diritto e della legalità internazionale; diventa una questione umanitaria soltanto perché la politica e la giustizia hanno fallito clamorosamente, permettendo all'illegalità di prevalere.

Nel momento stesso in cui la comunità internazionale tollerò senza fare una piega le parole con cui lo stato coloniale inaugurò la sua campagna di sterminio e pulizia etnica a Gaza: "Verranno tagliate forniture elettriche, carburante e cibo. Stiamo combattendo contro animali umani e così ci comporteremo ...L' unica cosa che entrerà a Gaza saranno tonnellate di esplosivo da parte della nostra aviazione e neanche un grammo di aiuti umanitari ... La trasformeremo in polvere. Dico alla gente di Gaza: andate via spontaneamente perché colpiremo ovunque con tutta la nostra forza", in quel preciso momento sancì il suo fallimento epocale e inaugurò il mondo che verrà, quello che fondamentalmente è sempre stato, prima che una parvenza di legge stabilisse regole di convivenza civile tra individui e stati.

Abbiamo poi avuto modo di capire l'ipocrisia insita nello stesso concetto di legge, mai uguale per tutti.

E, a tal proposito, ricordo le ultime parole di un grande leader palestinese, pronunciate poco prima di essere assassinato dalla stessa infida entità con cui stava intavolando negoziati per il raggiungimento di una tregua. Uccidere il negoziatore significa uccidere il negoziato. Ed uccidere il negoziato sancisce la volontà di utilizzare le categorie a-politiche della sopraffazione e del sopruso, e solo quelle.

"Noi sappiamo benissimo dove inizia la PALESTINA e dove finisce. Sappiamo anche che qualcuno vorrebbe spostare i suoi confini e disegnare uno Stato secondo la sua idea. E' chiaro che quell'idea NON ci appartiene. La tregua proposta dai mediatori egiziani e qatarioti, é solo un fatto umanitario e non politico. La fine della guerra, il ritiro delle truppe sioniste e la liberazione dei territori occupati, QUESTO é un fatto politico".

Vogliamo dirlo che la questione palestinese non inizia con i convogli umanitari bloccati al confine e non termina con il loro ingresso a Gaza, pur importantissimo per una popolazione stremata da due anni di assedio medievale?

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