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Coloni cercano di incendiare moschea con dentro fedeli in preghiera
di Leandro Leggeri
In un nuovo inquietante episodio di violenza nella Cisgiordania occupata, coloni israeliani hanno tentato di appiccare il fuoco a una moschea mentre al suo interno si trovavano dei fedeli in preghiera. L’attacco, riportato da Middle East Eye il 22 maggio 2025, è stato denunciato come un crimine di guerra da attivisti locali e organizzazioni per i diritti umani.
Secondo quanto riferito da Ihab Hassan, attivista palestinese presente nella zona, i coloni hanno prima incendiato un veicolo di proprietà palestinese e poi hanno cercato di dare fuoco alla moschea. La violenza è avvenuta in un contesto di escalation che da mesi vede un’intensificazione delle aggressioni dei coloni, spesso armati e protetti dall’esercito israeliano, contro le comunità palestinesi.
Negli ultimi 18 mesi, queste aggressioni hanno costretto allo sfollamento forzato 29 comunità palestinesi, colpendo duramente oltre 2.000 persone, secondo i dati della Commissione palestinese per la Resistenza al Muro e agli Insediamenti. Gli attacchi a luoghi di culto rappresentano una deliberata violazione del diritto internazionale e una palese provocazione volta ad alimentare ulteriormente il conflitto.
Sebbene le autorità israeliane abbiano annunciato un’indagine, numerosi osservatori internazionali sottolineano la sistematica impunità di cui godono i coloni israeliani, con rare conseguenze legali per le violenze commesse contro i palestinesi.
Il tentato incendio di questa moschea rappresenta l’ennesimo capitolo di un’occupazione brutale, che colpisce non solo le case e le terre palestinesi, ma anche i loro luoghi di fede, simboli identitari e comunitari. Il silenzio della comunità internazionale di fronte a queste atrocità continua ad alimentare la sofferenza e la disperazione di un popolo sotto occupazione.
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