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Eurovision e repressione del dissenso
di Aranka Korosi
Durante l'Eurovision mentre si esibiva la cantante israeliana, i manifestanti che alzavano la voce per opporsi al genocidio a Gaza sono stati espulsi con la forza. È evidente che il dissenso non viene più tollerato.
Il ragazzo che urlava 'Free Palestine' durante l'esibizione della cantante israeliana è stato bloccato, strattonato e persino malmenato. Gli hanno messo un braccio sulla bocca per farlo tacere e gli hanno tirato i capelli. Questo è il prezzo da pagare per aver gridato la verità.
Ma perché questa repressione del dissenso? Perché non possiamo dire 'Free Palestine' senza essere zittiti con la forza?
Contro la Russia ogni capo di stato ha espresso la sua condanna, sanzioni su sanzioni, Putin dichiarato criminale di guerra. Ma per Israele? Silenzio.
Silenzio assordante. Eppure, le immagini di Gaza parlano chiaro. Bandiere palestinesi fatte sparire, persone identificate per aver espresso il proprio dissenso.
L'inclusione di Israele negli eventi internazionali come l'Eurovision rischia di normalizzare gravi violazioni dei diritti umani. E anche se la cantante non ha colpe dirette, rappresenta comunque uno Stato che continua a uccidere civili innocenti.
Non abbiamo altri mezzi per urlare il nostro dissenso. Ecco perché chi ha fischiato la cantante israeliana ha fatto bene. Perché, quando il mondo tace, il nostro dissenso diventa l'ultima voce per chi non può più parlare.
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