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19 maggio 2025
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Si sarebbe potuto fare prima
di Rossella Ahmad

Che tempo che fa, Concita De Gregorio contro Netanyahu: "Verso lo sterminio"

Insisto sul riposizionamento, perché esso è un perfetto indicatore di come si muovano le masse inconsapevoli, di quali e di chi siano le azioni che poi generano una reazione certa nell'opinione pubblica.

E debbo ancora una volta ripetermi: i nostri sforzi, pur notevoli, pur encomiabili per ciò che concerne la diffusione di uno straccio di verità riguardo alla questione palestinese, resteranno sempre uno sputo rispetto a ciò che la cosiddetta informazione mainstream è capace di muovere. Quando vi chiedete come mai concetti così logicamente fallaci come quello del "ritorno" degli ebrei in Palestina siano così incistati ed incancreniti nella mente delle persone , ecco, questa è la risposta.

L'uso spregiudicato, continuo e manipolatorio dei mezzi di informazione di massa da cui l'individuo medio, disattento e disinteressato, non riesce a prescindere.

Ho una panoramica piuttosto vasta su questa "massa" - brutto termine ma di ciò si tratta. Intendo anche nella vita reale, oltre che sul web.

Il mondo della scuola, ad esempio. Forse il più conformista ed il più prono ai dettami del pensiero unico. Conosco di persona molti insegnanti e qualche dirigente scolastico. In due anni di genocidio non ho mai visto né sentito nessuno di loro dire una parola, alzare un sopracciglio, esigere più informazione, proporre più informazione, fermarsi, commuoversi, accendere una candelina o un cero come quelli sempre pronti ed attivi per l'Ucraina.

Eppure è proprio quel mondo ad avere la responsabilità di essere massa critica, di educare al pensiero autonomo ed originale, di fornire gli strumenti intellettivi affinché le lezioni della storia siano così interiorizzate da divenire patrimonio condiviso a cui attingere, sempre, e mediante cui essere in grado di interpretare il presente. Di riconoscere segni ed eventi.

I pochi insegnanti che non hanno rinunciato a questo compito fondamentale rappresentano davvero l'eccezione, e ad essi va il mio plauso e la mia riconoscenza: non è facile mettersi di traverso e sottrarsi alla norma.

A proposito di Ucraina: non si trattava in quel caso ovviamente solo di umanitarismo selettivo, ma piuttosto di umanitarismo a comando. Ciò di cui parlano i mezzi di manipolazione di massa, giusto o sbagliato che sia, esiste e diviene importante. Non c'è più discernimento né volontà di approfondire. Ciò che di vuoto giunge in superficie, resta in superficie e tutto ciò che da esso origina è mera ostentazione conformista. Ricordiamo sempre la lezione che ci ha fornito l'Iraq, con l'adesione entusiastica delle masse allo squartamento di un paese che non aveva loro fatto alcun male.

Tutto questo per dire che leggo stati di gente, titoli angosciati di testate giornalistiche minori, vedo amici ed amiche di vecchia data che fino a ieri fischiettavano allegramente ignari ed oggi improvvisamente si lacerano le vesti al pensiero dei bambini di Gaza che muoiono di stenti.

Merito del nuovo ed inedito riposizionamento dei mammasantissima dei governi e della stampa, persino delle ex firmatarie dell'osceno manifesto pseudo-femminista sui femminicidi e stupri di massa ad opera di Hamas che non sono mai avvenuti, ormai sgamati nel loro collaborazionismo anche dall'ultimo scemo del villaggio e preoccupati dalla prevedibile e già prevista piega che hanno preso gli eventi.

Non mi dispiace, ovviamente, ma suscita in me un interrogativo angoscioso.

Sì poteva fare, dunque si doveva fare. Prima. Avremmo dovuto fermarci tutti. Le scuole prima di ogni cosa, assieme al mondo dell'informazione. Dire no. Smettere di lavorare, rifiutarsi persino di mangiare. Figurarsi di fare altro. Quanta gente innocente avrebbe potuto salvarsi?

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