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18 maggio 2025
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Fermare Israele: atti concreti invece che gesti simbolici
di Antonio Matteini

Posso dirlo? Queste folate di attivismo, i gesti simbolici... mi fanno ancora più arrabbiare di chi continua a stare in silenzio e guarda.

Nella storia dell'umanità non c'è un solo caso in cui uno Stato abbia smesso di commettere crimini contro l'umanità senza che fosse fermato dall'esterno. Mai.

E chi si fermerebbe?

Realisticamente quando stermini, deporti, affami, distruggi; sai di compiere un qualcosa che ti marchierà a vita e quando inizi le strade sono due: o ti fermi con la certezza di ritrovarti la violenza restituita indietro con gli interessi (vedi olandesi in Indonesia o inglesi in India) o vai fino in fondo e raggiungi i tuoi obiettivi fregandotene dell'odio generale che ti cuci addosso.

Nessuno nella storia ha mai scelto la prima opzione ed è normale che sia così, è quella più masochista.

Dunque, al di là della dovuta ma evidentemente tutto fuorché scontata, solidarietà a chi lo subisce il genocidio, chi ha gli strumenti deve fermare chi lo porta avanti perché da sé non lo farà mai.

Fermarlo non significa blaterare condanne, significa agire con la forza.

Israele o la fermi con la forza o non la fermi.

Tra tutti i discorsi che sento da due anni a questa parte, l'opzione di agire in questo senso, non emerge praticamente mai.

Noi che si può solo manifestare, scrivere, informare, non ne abbiamo gli strumenti. I governi li hanno eccome ma anziché usarli per fermare questa barbarie, li mettono a disposizione di chi la vuole portare avanti.

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