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Siria: inquietante normalizzazione con Israele
di Leandro Leggeri
Mentre a Gaza si continua a scavare tra le macerie e in Cisgiordania le colonie illegali si espandono nell’impunità internazionale, arriva dalla Siria un segnale inquietante.
Il ministro degli Esteri siriano, Ali al-Shaibani, ha dichiarato che il suo paese non considera Israele un nemico, aprendo di fatto uno spiraglio alla normalizzazione con lo Stato occupante.
Una dichiarazione che colpisce al cuore non solo i siriani che hanno resistito per decenni all’occupazione del Golan, ma anche tutti coloro che ancora credono nella centralità della causa palestinese come principio irrinunciabile di giustizia e libertà nel mondo arabo.
La Siria, che un tempo si proponeva come baluardo della resistenza, sembra ora strizzare l’occhio a Tel Aviv in un momento in cui Israele è sotto accusa internazionale per crimini di guerra a Gaza.
Normalizzare ora significa voltare le spalle ai bambini sotto assedio, ai prigionieri politici, alle madri palestinesi che piangono figli mai tornati.
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