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16 maggio 2025
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Genocidi e dittatori chiamano terrorista chi resiste
di Rossella Ahmad

Nikolai Ashurov è il comandante dell'unità che ha assassinato brutalmente 15 paramedici palestinesi, operatori di soccorso e personale ONU, gettandone i corpi in una fossa comune nei pressi di un'ambulanza crivellata di colpi, lo scorso 25 marzo, a Rafah.

Utilizziamo nomi altisonanti, che rimandano alla normalità - se vuoi anche ad una certa etica - della guerra mentre qui si parla di volgari assassini, mercenari per lo più, brutali colonizzatori senza bussola morale.

E difatti, il russo diversamente semita è stato poi pizzicato nella Repubblica Democratica del Congo, dove si era reinventato un nuovo ruolo di assassino come addestratore delle forze mercenarie per una società di sicurezza privata israeliana.

Non bisogna meravigliarsi della sconvolgente uccisione della piccola Hind, finita con centinaia di colpi mentre cercava riparo tra i corpi dei suoi familiari. Né delle tende di profughi sciolte con il fosforo bianco, né dei bambini che muoiono di fame e stenti. E nemmeno del dodicenne rapito ed ucciso perché unico testimone della mattanza dei paramedici.

E neanche del resto di quella società dannata, che si diverte con lo spettacolo del fumo nero che sale da Gaza e chiede più sangue e più morte per il popolo nativo di Palestina.

Questi sono assassini patentati. Del resto, per partecipare ad un progetto coloniale del genere devi essere per forza mentalmente deviato e con un livello di moralità che rade la terra.

Il cuore mi sanguina letteralmente quando penso a quale genere di mostri sia stata consegnata la vita di un popolo bello, buono e generoso.

E, notiziona per i tanti che ancora non sappiano e che si crogiolino ancora nell'immagine edulcorata e dura a morire di questa colonia per psicopatici, retaggio di decenni di lavaggio continuativo del cervello: questa mostruosità parte da lontano.

Non nasce e non muore con Mileikowsky il polacco. Costui, pur nella sua ributtante individualità, è parte di un progetto di annientamento che fa il suo ingresso nella storia con il botto di un massacro ed una pulizia etnica. E procede di crimine in crimine fino al genocidio.

Oscuri e mai chiariti i rapporti tra sionismo e nazismo; rapporti strettissimi e molto ben documentati invece tra Israele e dittature fasciste sudamericane ed africane, soprattutto con i governi impegnati nella repressione e nello sterminio degli indigeni, come il Brasile, il Guatemala ed il Sudafrica dell'apartheid, a cui forniva armi e strumenti di controllo e repressione e da cui apprendeva nozione di tutti i rodati sistemi di segregazione razziale mentre il mondo era impegnato nel boicottaggio che avrebbe poi messo fine al regime segregazionista.

In particolare, privilegiato fu il rapporto che Israele intrattenne con il Paraguay del dittatore Alfredo Stroessner, con cui aveva concordato la ricollocazione nel paese sudamericano di sessantamila palestinesi nell'arco di quattro anni, in cambio di armi e denaro. Il piano di deportazione falli grazie all'attentato compiuto dalla resistenza all'interno della rappresentanza diplomatica israeliana in Paraguay, nel maggio del 1970, a seguito del quale l'accordo fu sciolto.

Tu chiamalo, se vuoi, terrorismo.

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