Il favoloso mondo della Meloni e dei suoi nani
di Santina Sconza

Alla Camera al Question time, lei con i suoi nani del governo, guarda infastidita, con gli occhi fuori dall'orbita, chi la contrasta, soprattutto Elly Schlein e Giuseppe Conte.

Lei quella che vive in un mondo fantastico, che nella vita ha avuto tutto, deputata, ministra giovanissima e oggi presidente di un governo tutto nero.

Elly Schlein la invita a svegliarsi a lasciare il palazzo per andare in un ospedale con queste parole: "Lei vive in un mondo fantastico dove quando una cosa funziona è merito suo, quando una cosa non funziona è sempre colpa degli altri. Bello! Io le chiedo di tornare nel mondo reale e vada a spiegare alle persone che è sempre colpa di qualcun altro. A quella donna che a Pesaro, dopo una diagnosi di tumore, non riusciva a prenotare le visite nel pubblico ha dovuto sborsare 500 euro per andare dal privato. A quella ragazza che a Terni è rimasta senza voce perché da più di un anno aspetta un intervento per togliersi polipo."

Lei è infastidita, si arrabbia, ma in realtà la Schlein ha ragione a ricordare lo sfascio della sanità pubblica iniziato con il governo Berlusconi di cui la Presidente Meloni era parte attiva come ministra.

E che dire quando Giuseppe Conte chiede all'Aula della Camera di svolgere una "condanna, in silenzio" per quanto sta succedendo a Gaza. Si alza in piedi e chiede di fare altrettanto ai colleghi "senza distinzione di colore politico", a Giorgia Meloni e ai ministri.

Quando la premier, i rappresentanti del Governo e i parlamentari di centrodestra sono rimasti seduti, mentre quelli delle opposizioni si sono alzati in piedi, Conte ha incalzato: "Non si alza, presidente Meloni?".

No, non si alza in piede la Meloni e il suo governo di nani perché non riconoscono né il genicidio in Palestina, né il ruolo dell'opposizione, sono convinti che governeranno in eterno con inquisiti e condannati.

Le leggi e i decreti di sicurezza li hanno attuati basta semplicemente dare un duro colpo alla Magistratura è il golpe è fatto con gli alpini che cantano canzoni del regime.

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