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13 maggio 2025
tutti gli speciali

INVITO a tutti gli amici e a tutti gli artisti silenti
di Alessandro Negrini

9 maggio 2025 - Siamo tutti andati a scuola, e tutti, arrivati nei giorni in cui i maestri e i professori ci spiegavano l'olocausto, domandavano: com'è potuto succedere, come è successo che tutti tacevano?

Ed è in quei giorni che lo abbiamo imparato: è violento chi, di fronte all'orrore, si gira dall'altra parte.

A Gaza è l'inferno in terra. Letteralmente l'inferno in terra. È lo specchio di quello che in quei giorni, increduli, scoprivamo e studiavamo sui banchi di scuola. Con una differenza: oggi non possiamo nascondere i perseguitati dai rastrellamenti, perché oggi i perseguitati nel campo di concentramento ci sono già.

Oggi, come allora, questo inferno letterale accade anche grazie al silenzio di tutti noi.

A detenere lo scettro della vigliaccheria e della consorteria, gli artisti e gli intellettuali, con le dovute coraggiose eccezioni.

Ma sono puntini in un immenso silenzio. Una classe, quella degli artisti e degli intellettuali, sempre più autoreferenziale, assopita, china, paga del piccolo faro di luce sulla propria arte, sui propri libri, sui propri film, sui propri spettacoli.

Ma ora, oggi, quei libri, quei film, quegli spettacoli - sono inutili, sono anestetizzati, sono igienizzati dal loro fondamentale elemento sia dell'arte che nell'intelletto: l'esercitare lo spirito critico dentro la realtà, non sopra, non voltandosi - dall'altra parte. Dall'altra parte, dove ci sono i libri, gli spettacoli, i film, i semplici discorsi che facciamo, persino le carezze ai figli, ai genitori, agli amanti. Ma ora, oggi, quei libri, quei film, quegli spettacoli e persino quelle carezze sono inutili, ipocriti, complici.

E poi ci sono le persone vicino a noi, anche quelle a cui vogliamo bene, che proseguono le loro vite immerse nei problemi o nei successi quotidiani, anche loro, incatenate in un oggi che si ripete uguale a se stesso ma bendate, girate dall'altra parte.

Il mio non è un rimprovero, è un invito: artisti, intellettuali, uscite dal vostro metro quadrato. Dal recinto del proprio pianerottolo autocelebrativo. Amici vicini o lontani da me, non è più possibile, non è più accettabile proseguire la vita ignorando un genocidio, voltandosi - dall'altra parte.

Perché se la Palestina fosse una scena del crimine in un libro, in un film, in uno spettacolo, avrebbe le impronte digitali di tutti noi.

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