E' colpa loro
di Rossella Ahmad

Il disagio corre sul web.

La nuova frontiera della propaganda israeliana, che poi è quella vecchia (con la differenza che fino al sette ottobre 2023 l'utente medio del web non sapeva neanche dove la Palestina fosse ubicata: e te credo che per loro la storia cominci a partire da quel giorno), è tridirezionale. Una trimurti della manipolazione terminale, in cui si nega la realtà che appare ai nostri sensi e la si sostituisce con una realtà metafisica, orwelliana:

- addossare ai palestinesi la responsabilità della loro sofferenza.

È colpa loro, della Resistenza, di Hamas, degli ostaggi, del sette ottobre, del trenta febbraio e della loro intrinseca irriconoscenza verso il demiurgo che voleva semplicemente traghettarli dallo stato di natura allo stato civile.

Vadano a rileggere costoro le pagine della storia palestinese, prima di cianciare a vuoto di cose a loro ignote. Spunti di questa storia sono qui, su questo profilo. Raccontare un'epopea umana lunga millenni - a cui aggiungere cento anni di Resistenza anticoloniale - a persone che ne hanno cominciato a sentir parlare nel giorno del signore 7 ottobre 2023: come si fa?

- spostare la narrativa genocida sul piano della lotta fratricida. Palestinesi che si ammazzano tra di loro, cioè. Preferibilmente virare sulla narrativa islamofobica, buona per tutte le stagioni. E quindi, musulmani che uccidono cristiani e uomini che uccidono donne, sicché il carnefice smette di essere carnefice e si presenta come protettore delle minoranze discriminate.

Una domanda è d'obbligo: come pensate siano sopravvissute per mille e quattrocento anni le comunità cristiane in Medioriente? Addossare ai musulmani - che accolsero e offrirono protezione agli ebrei in fuga dai pogrom europei - l'attitudine tutta occidentale all'odio per il diverso è una carognata spaziale. Siete dei buffoni al cubo, sappiatelo.

Per inciso: due dei maggiori gruppi della Resistenza palestinese, il Fronte Popolare ed il Fronte democratico per la Liberazione della Palestina sono stati fondati da due cristiani, Nayf Hawatmeh e George Habash.

Inoltre le donne. Su di loro vengono scritte le pagine più vergognose di un peloso ed irritantissimo pietismo coloniale disturbantemente opportunistico. Vi do una notizia: le donne più forti al mondo sono in Palestina. Portano sulle spalle con grazia il peso di un popolo e lo tengono assieme con una resistenza inscalfibile, che mi fa pensare al titanio. Riderebbero in mezzo alla tragedia se sapessero che in occidente c'è qualche paggetto che le considera discriminate.

- l'età dell'oro senza Hamas. Come se Hamas e la Resistenza fossero un disastro calato dall' alto sui palestinesi e non la scelta suprema dell'Altissimo Vivere a cui il popolo si è consegnato, non da oggi e non da ieri ma da sempre. Cercate in rete l'intervista allo scrittore Ghassan Kanafani, ucciso da Israele decenni prima di Hamas, di un esterrefatto giornalista britannico e capirete il senso della vita per i palestinesi. Che non è il vostro, in tutta evidenza.

Last but not least, il sempiterno ricorso alla parolina magica, che tanti ancora temono come la peste. E qui le parole di una splendida giornalista, troppo presto defunta, ci stanno d'incanto: ""antisemitismo". Non me ne può fottere di meno. Solo se sei spregevole e cinico come gli Stati Uniti e Israele riesci a fare incursioni in queste forzature di senso buone solo per dire ‘non limiterete il mio diritto di uccidere, il diritto internazionale per me non esiste, noi siamo quelli che distruggeranno il mondo senza rimorso’".

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