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Soldati israeliani: crollo mentale per 1 su 8
di Leandro Leggeri
I SOLDATI DELL’OCCUPAZIONE CROLLANO: 1 SU 8 MENTALMENTE INADATTO DOPO L’OFFENSIVA A GAZA
Un nuovo studio condotto dall’Università di Tel Aviv getta luce sulle devastanti conseguenze psicologiche dell’ultima campagna militare israeliana contro Gaza: secondo i dati riportati da Haaretz, The Times of Israel e Ynet, un soldato israeliano su otto risulta mentalmente inadatto a tornare in servizio dopo aver partecipato ai combattimenti nella Striscia.
Il 12% dei riservisti ha manifestato gravi sintomi da disturbo post-traumatico da stress (PTSD), un dato allarmante che rivela quanto il peso della guerra ricada anche sugli stessi aggressori. Molti di loro sono ora considerati inabili al servizio, secondo quanto riferito dallo studio.
Questa notizia, sebbene focalizzata sull’impatto sui soldati israeliani, non può essere disgiunta dal contesto più ampio dell’occupazione e delle violenze inflitte quotidianamente al popolo palestinese. Mentre Gaza continua a vivere sotto assedio, distrutta nei suoi ospedali, scuole e infrastrutture civili, anche chi preme il grilletto subisce conseguenze devastanti.
Il trauma degli aggressori non cancella la responsabilità dell’aggressione. Ma mostra, ancora una volta, l’insostenibilità morale e psicologica dell’occupazione israeliana.
Una guerra che spezza vite da entrambe le parti, ma che ha radici profonde nell’ingiustizia storica verso il popolo palestinese.
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