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Produttori di fake news
di Rossella Ahmad
Ho parlato spesso delle agenzie informative sioniste che si occupano di diffondere in tutto il mondo, attraverso traduzioni pilotate e l'invenzione di notizie destinate ad orientare l'opinione pubblica mondiale in senso anti-islamico ed anti -palestinese, un'agenda politica che mira ad ottenere il massimo del consenso per lo squartamento dei popoli mediorientali.
The free Press, ad esempio. Oscura agenzia di propaganda filo-israeliana fondata da Bari Weiss e specializzata nella demonizzazione del popolo palestinese e della sua Resistenza. Tutte le false notizie che troverete sul Foglio, e che saranno poi raccolte e divulgate dall'occidentale medio non più redimibile, provengono da questa agenzia e da altre, spuntate come funghi in Nord America con lo scopo di "orientare" un'opinione pubblica che non deve sapere. Che anzi deve "militare" nella direzione auspicata.
Tutte queste agenzie sono collegate al MEMRI. Lo abbiamo detto più volte. Si tratta di finte agenzie informative che, in realtà, fanno capo ai servizi segreti israeliani, i quali ne orientano l'attivismo.
Il MEMRI, in particolare, fu fondato dall'ex colonnello del Mossad Yigal Carmon. Una pagina non più attiva degli archivi del sito dell'agenzia, mostra anche una lista del personale. Dei sei nomi elencati, ben tre, compreso il Colonnello Carmon, hanno lavorato per l'intelligence israeliana ed un quarto ha servito nell'esercito israeliano.
Quando il Foglio - o chi per esso - propala false notizie sui cristiani mediorientali e palestinesi, ad esempio, sappiate di chi è il megafono. I boccaloni del web , diversamente dai normodotati capaci di utilizzare in maniera costruttiva i neuroni che hanno in dotazione, condivideranno con alacrità, contribuendo ad una catena di Sant'Antonio in cui le false notizie girano all'impazzata. La stupidità degli ignavi e degli ignoranti che dilaga senza freni.
Torno al MEMRI.
Che lo scorso mese di febbraio ha pubblicato una notizia secondo me molto importante per più di un motivo. Raccoglie l'intervista dell'ufficiale di Hamas Mahmud Marthawi, andata in onda alla televisione egiziana, e la traduce per il suo pubblico. Marthawi dichiara che, poco prima della sua uccisione, Yahya Sinwar fu approcciato da emissari sionisti guidati da Jared Kushner (il genero sionista di Trump) in persona e gli furono offerti dieci miliardi di dollari come prima tranche per divenire il Mahmud Abbas di Gaza: un piccolo satrapo agli ordini di israele. In cambio, avrebbe dovuto rinunciare alla resistenza e dimenticarsi della Cisgiordania, il boccone pregiato del sionismo. Sinwar non solo rigettò l'offerta ma rifiutò persino di incontrare la delegazione, e pagò con la vita la sua fedeltà alla causa del suo popolo.
Perché il MEMRI racconta una storia in cu il leader della Resistenza palestinese si staglia come un gigante? Semplice. Perché questa gente non ragiona secondo categorie etiche e morali. Per loro, la lotta di un popolo per la libertà ha il prezzo di un leader che si vende, e ritengono che questa concezione sia universalmente valida ed accettabile.
La utilizzano dunque per veicolare la consueta fake news sulla Resistenza che rifiuta la pax israeliana, certi che il loro pubblico riderà o maledirà - a secondo dello stato d'animo - un leader che ha preferito la morte al tradimento.
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